Bruno Fernandes das Dores de Souza da tutti conosciuto come Bruno, ovvero il portiere assassino, tornerà in campo a 34 anni col Pocos de Caldas FC, squadra che milita nel campionato Mineiro di seconda divisione. Bruno torna in campo 9 anni di carcere per aver ucciso la sua amante.
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BRUNO IL PORTIERE ASSASSINO
Era considerato una delle maggiori promesse del calcio brasiliano, a 22 anni portiere titolare del Flamengo, una delle squadre più blasonate del Brasile. Molti grandi club europei, tra cui il Milan, iniziarono a osservarlo. Ma di colpo la sua vita cambiò quando la sua amante Eliza Samudio diede alla luce il piccolo Bruninho, nonostante l’avesse minacciata di abortire. Ne seguirono minacce e violenze, finché nel 2010 la donna scomparve e la polizia segnalò il calciatore come principale indiziato del suo rapimento. Il Flamengo stracciò il suo contratto e Bruno si ritrovò di colpa disoccupato. In un primo momento si dichiarò estraneo ai fatti riguardanti Eliza, ma nel 2013 emerse l’orrenda verità: Bruno insieme a 8 anni persone, tra cui la moglie e l’ex amante, aveva rapito, torturato e assassinato la povera donna. Infine, per rendere il tutto ancora più macabro aveva dato il suo corpo in pasto ai rottweiler.
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Dopo la confessione avvenuta nel 2013 la sua pena venne ridotta da 41 anni a 22 anni e 3 mesi. Carriera finita? Macché. Già due anni fa dopo aver ottenuto la libertà provvisoria, era stato tesserato dal Boa Esporte. Giusto qualche allenamento, poi una nuova sentenza che lo costrinse a scontare l’intera pena. Adesso potrebbe tornare davvero in campo come confermato dal presidente del Pocos de Caldas: “Servirà ancora le autorizzazioni dell’autorità e della polizia, ma la nostra intenzione è di far firmare Bruno”. La vita sta dando una seconda possibilità a un essere disumano. Per la serie, non c’è limite al peggio…
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