Una lunga carriera fatta di alti (pochi) e bassi (molti di più). Da quella chiamata del Real Madrid nel 1996 al lungo peregrinare in giro per l’Europa tra Portogallo, Turchia e Italia. Poi il ritorno in Brasile ed il ritiro per dedicarsi alla sua vera vocazione. La storia di Cesar Prates, da calciatore a pastore evangelico.
- Rabbia Eysseric sul coronavirus: “Ci dicevano fosse un’influenza…”
- “Restate a casa”, poi si schianta con l’auto dopo un festino. Ecco a voi Jack Grealish
- ESCLUSIVO – Perin e l’esordio al Genoa. L’incredibile “augurio” di Criscito…
Bibbia in una mano, chitarra nell’altra. Preghiere e canti ecclesiastici. La nuova vita di Cesar Prates è veramente lontana da quella di un tempo. In Italia è ricordato più per un video virale della Gialappa’s Band in Mai Dire Gol che per le sue doti calcistiche. Quel tiro dai 30 metri finito nell’interspazio quando indossava la casacca del Livorno è storia. Pensare che la sua carriera calcistica era iniziata col botto: dalla cantèra dell’Internacional di Porto Alegre alla chiamata del Real Madrid, il sogno di ogni calciatore. Con uno sponsor d’eccezione, Roberto Carlos, che lo descriveva come uno dei migliori giocatoir brasiliani. Con i Blancos Cesar Prates non esordì mai e da lì cominciò la sua peregrinazione in giro per l’Europa, con un passaggio in Italia prima al Livorno poi al Chievo. Fino al 2007 quando tornò in Brasile per poi appendere gli scarpini al chiodo tre anni dopo. Per quella che era la sua vera vocazione: Cesar Prates voleva seguire Dio e diventare un pastore evangelico.
Cesar Prates il pastore evangelico
Pastore Chocolate, lo chiamano i suoi parrocchiani. Cesar Prates adesso carica video su Instagram accompagnati da passaggi biblici, armato di chitarra e di una Bibbia personalizzata con il suo nome sul dorso. La sua vocazione era sempre stata lì: “Pastore non si nasce, lo si è sempre stati“, ha dichiarato a Globeoesporte. Barba con accenni di bianco ed esperienze infinite di vita, il brasiliano adesso aiuta anche i bambini nelle scuole con il calcio grazie all’attività di solidarietà della fondazione da lui stesso creata. Perchè il pallone è comunque una parte troppo importante della sua vita e anche attraverso esso Cesar Prates vuole aiutare gli altri. Con un pallone al piede, e una Bibbia e una chitarra tra le mani.
0
0
