Il Tottenham chiede all’ormai ex tecnico Mauricio Pochettino di tagliarsi lo stipendio. L’argentino, nonostante da novembre non sia più l’allenatore degli Spurs, risulta essere ancora alle dipendenze del club, avendo firmato un contratto fino al 2023. Ora il club, però, a causa dell’emergenza coronavirus ha contattato il quarantottenne per proporgli la decurtazione dello stipendio. Il suo ingaggio è di 8,5 milioni di sterline l’anno, circa 163 mila sterline a settimana.
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Tottenham chiede a Pochettino di tagliarsi lo stipendio
Pochi mesi dopo aver guidato il club di Londra in finale di Champions League, Pochettino è stato licenziato ed è stato sostituito da Jose Mourinho. Dopo il suo esonero fu deciso che gli Spurs avrebbero continuato a pagare il suo stipendio d’oro, fino a quando l’argentino non fosse tornato alla guida di una squadra. Ma con la diffusione del Covid-19 tutti i club europei, e non solo, hanno dovuto affrontare e stanno ancora affrontando alcuni problemi finanziari. Come provare a risolverli? Con la riduzione dei salari. Il presidente del Tottenham, Daniel Levy, ha così deciso di contattare anche l’ex tecnico. Gli Spurs, stando a quanto riporta il Daily Mail, avrebbero chiesto a Pochettino di tagliarsi lo stipendio. Anche ai membri del suo staff, Jesus Perez, Miguel D’Agostino e Antoni Jimenez, verrà chiesta la stessa cosa.
La società londinese spera che l’ex allenatore e i suoi collaboratori accettino un nuovo accordo salariale e aiutino a ridurre lo stress finanziario del club. Il Tottenham sta cercando di ridurre i costi ove possibile. Lo scorso 31 marzo aveva comunicato la decurtazione del 20% dei salari, per i mesi di aprile e maggio, per i 550 dipendenti della società nel tentativo di “proteggere i posti di lavoro”. Ma il club è tornato presto sui suoi passi, a causa di una protesta da parte dei tifosi. Il personale non giocante riceverà quindi il 100% della paga. E i giocatori? Gli Spurs, secondo i media locali, starebbero trattando anche con l’attuale tecnico Josè Mourinho e la sua squadra. La richiesta avanzata da Levy sarebbe quella di una riduzione dei salari del 10%.