John Terry, due anni fa, sembrava a un passo dallo Spartak Mosca ma dopo le visite è saltato tutto. Solo ora però è emerso il vero motivo del rifiuto, l’inglese ha detto no al club russo per colpa degli orsi polari. Il difensore ha scelto infatti di rimanere in Inghilterra dopo che sua figlia ha espresso le sue preoccupazioni proprio sugli orsi. Terry nel 2017, dopo ventidue anni al Chelsea 717 presenze e 67 gol, firma un contratto annuale con l’Aston Villa. Dopo l’esperienza con il club di Birmingham l’ex capitano Blues sembrava vicino allo Spartak Mosca. Ma, dopo avere svolto le visite mediche in Italia, rifiuta l’offerta dei russi. Il mese successivo il difensore annuncia il ritiro del calcio giocato. Solo oggi però emerge la vera causa del no allo Spartak.
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John Terry, no allo Spartak per colpa..degli orsi polari
Terry ha rifiutato il trasferimento in Russia per le preoccupazioni di sua figlia sugli orsi polari, che secondo la bambina vagavano per le strade di Mosca. Tutti si aspettavano la firma sul contratto biennale proposto dai russi ma, dopo una “riunione familiare”, è arrivato il no. A raccontare l’aneddoto è l’agente dell’ex difensore, Marco Trabucchi, in un’intervista al canale Youtube Comment Stop: “Il direttore della scuola ha chiamato John. Ha detto che sua figlia si era gettata a terra, urlando che suo papà stava partendo per Mosca, un posto in cui c’erano orsi polari che camminavano per la strada e che lui non sarebbe mai più tornato”. Terry ha deciso così di non partire e di non andare in una città così lontana.
Lo Spartak Mosca ha provato a convincere l’ex difensore. L’allora tecnico, Massimo Carrera, ha chiamato personalmente l’inglese ma non è servito a nulla: “Abbiamo cercato di convincere Terry, gli ho parlato e mi ha spiegato la sua decisione. La sua priorità era quella di stare con la sua famiglia. Voleva trasferirsi, ma la sua famiglia ha detto no, quindi è rimasto. Dobbiamo rispettare la sua scelta. Sfortunatamente il nostro difensore centrale chiave Gigot si era infortunato. Abbiamo pensato che non fosse saggio far firmare un giocatore giovane o poco affidabile. E ci siamo concentrati su Terry, pensavamo di poterlo convincere. Ma ora è storia passata”.