Mourinho contro Guardiola, ancora una volta, per l’ennesima volta. Le faide tra i due continuano da anni, dai tempi in cui i due allenavano rispettivamente Real Madrid e Barcellona. Adesso il fulcro del discorso è la ripresa della Premier League che ha creato due schieramenti. Lo Special One, con Ancelotti e Klopp sono favorevoli, mentre Guardiola, Lampard e Nigel Pearson fanno parte del partito dei contrari.
Mourinho contro Guardiola
Se pensate che le riunioni della lega serie A siano movimentate, non avete idea di quello che succede in Premier. Nell’ultima conference tra i club, Mourinho, che fino a una settimana fa era contrario alla ripartenza, si è scagliato contro il team Guardiola. “Se non volete giocare, state a casa a guardare la Bundesliga“, pare abbia detto lo Special One. Difatti la riapertura del campionato di calcio tedesco, con tanto di record di spettatori televisivi, ha aperto gli occhi a molti. La Bundesliga ha di colpo acquisito appeal e non è un caso che giocatori del calibro di Ibrahimovic e Mbappé abbiano strizzato l’occhio ai club tedeschi. In tutto questo è tornata alla ribalta Eva Carneiro. La ricordate? Ex responsabile dello staff medico del Chelsea, era stata licenziata da Mourinho. Dopo una querelle in tribunale, era riuscita ad ottenere un risarcimento da 1,5 mln di sterline dal club londinese. Adesso dirige un importante centro di medicina sportiva a Londra e si è scagliata contro Mou.
La Carneiro si è infatti detta contraria alla ripresa della Premier League: “Dalla mia esperienza nel football ho capito che il calcio non ha una cultura che abbraccia e rispetta la governance medica che, ora più che mai, è richiesta per garantire la sicurezza“. In tutto questo, altri giocatori si sono detti contrari. Ieri vi avevamo parlato del capitano del Watford, Troy Deeney, che si è rifiutato di tornare ad allenarsi per tutelare il figlio di 5 mesi che ha avuto difficoltà respiratorie. Molto perplesso anche il terzino del Newcastle Danny Rose: “Sto morendo dalla voglia di torna a giocare a calcio, ma considerato tutto quello che sta accadendo, non voglio lamentarmi più di tanto. Solamente del fatto che la gente ci spinge a farci tornare in campo come se fossimo cavie da laboratorio. Faremo questo esperimento e capiremo se funziona o meno”. Insomma, se in Italia regna l’incertezza, in Inghilterra la situazione non è migliore.