Rischia grosso l’ex giocatore dei Glasgow Rangers Eros Grezda, ora in forza all’Osijek in Croazia, protagonista di una rissa postpartita in un parcheggio in cui avrebbe preso a pugni un avversario.
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L’ex centrocampista dei Rangers di Glasgow Eros Grezda è sotto indagine della polizia per aver preso a pugni in testa un avversario in un parcheggio dopo la sfida tra l’Osijek, sua attuale squadra, e il Rijeka. Una gara terminata con la vittoria del Rijeka per 3-2. Il 25enne ha trascorso 18 mesi in Scozia per poi essere estromesso dal club per essere stato coinvolto in un incidente “di sputi” contro il club nordirlandese del Ballymena United. Accasatosi in Croazia, il centrocampista albanese è ora tornato alla ribalta per il controverso incidente: l’ala è accusata di aver picchiato il giocatore del Rijeka Antonio Colak in un parcheggio all’esterno dello stadio Rujevica. Grezda è stato portato immediatamente alla stazione di polizia e ora rischia guai seri.
Grezda, rissa e pugni in testa nel parcheggio dopo Rijeka-Osijek
Parlando dopo il suo arresto, Grezda ha dichiarato: “Mi dispiace molto di essermi trovato al centro dell’attenzione dei media. Siamo stati tutti, incluso me, molto frustrati dal fatto che ci è stata negata la grande vittoria a cui eravamo vicini“, ha detto riferendosi al match perso contro i rivali del Rijeka. Il giocatore ha parlato di insulti di stampo razzista: “Non è facile per noi sopportare l’ingiustizia in campo e rimanere calmi, soprattutto quando qualcuno ti insulta e sminuisce. Insulti gravi su base personale e razziale, a cui sono particolarmente sensibile“. Per poi concludere: “Adotterò tutte le misure legali appropriate per proteggere il mio onore e la mia reputazione“.
La risposta di Colak
Non si è fatta attendere la risposta di chi i pugni li avrebbe ricevuti, Antonio Colak. Su Instagram il giocatore ha smentito la versione dell’avversario: “Mi dispiace che l’incidente menzionato sia accaduto. Io non ho avuto problemi con la squadra e i giocatori dentro e fuori dal campo. Pensavo che l’attacco fisico fosse la cosa peggiore che fosse accaduta. Poi ho letto le bugie raccontate oggi in una dichiarazione pubblicata sul sito ufficiale dell’Osijek, in cui mi hanno accusato di insulti su base razziale“. Colak a tal proposito tagia corto: “Ciò non è accaduto e non ha nulla a che fare con la verità“. Colak ha quindi pubblicato un messaggio che sembrava provenire da Grezda. Il messaggio recitava: “Non ti sto scrivendo questo per non farmi denunciare, ma ora mi sono calmato e so che non avrei dovuto farlo“. Niente accuse di razzismo dunque, e la tesi di Grezda che va a farsi benedire.
Spunta il video
Colak ha quindi pubblicato un filmato di telecamere a circuito chiuso del parcheggio che mostra la scazzottata avvenuta con Grezda nel postpartita. Di fianco al video, il giocatore del Rijeka ha scritto: “Come si può vedere nel filmato della telecamera di sorveglianza, stavo passando vicino alla mia auto e al richiamo del mio nome mi sono fermato e ho atteso, pensando che lui mi avrebbe detto qualcosa o mi avrebbe chiesto qualcosa“. Poi parte la rissa. Difficile stabilire dove sia la ragione, dato che gli insulti, nel mondo del calcio, sono all’ordine del giorno. Di certo c’è che questi dovrebbero rimanere nel rettangolo verde. Adesso Grezda rischia, se ritenuto colpevole, una sospensione tra sei mesi e due anni.