Alexis Sanchez ha recentemente firmato un triennale con l’Inter dopo aver risolto il contratto col Manchester United. Il cileno coi Red Devils ha vissuto il periodo peggiore della sua carriera e in una diretta Instagram ha voluto raccontare cosa non è andato.
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Sanchez sfogo contro il Manchester United
“Il mio periodo al Manchester United è finito e ho solo parole di ringraziamento, chiarisco e chiudo la questione – con questa premessa Sanchez ha iniziato il suo lungo sfogo social -. Voglio parlarvi del mio periodo allo United, di molte cose che sono state dette e che mi hanno fatto sembrare cattivo. Avevo un accordo con il Manchester City ma, si sa com’è il calcio, alla fine non si è fatto più nulla. Dopo ho avuto l’opportunità di andare allo United e mi sembrava un sogno dato che fin da piccolo mi piaceva molto come club. Ho firmato quasi subito senza informarmi di come era la situazione nel club e cosa stava succedendo. Mi ricordo il primo allenamento coi Red Devils, mi vengono in mente tante cose. Quando sono tornato a casa, dico alla mia famiglia e al mia agente se si poteva cancellare il contratto e tornare indietro all’Arsenal. C’era qualcosa che non mi quadrava, che non andava bene. Ormai avevo firmato e dovevo rimanere lì”.
Settimana dopo settimana, el nino maravilla si rende conto che le cose peggiorano: “Passa un mese e avevo la stessa sensazione. In quel momento non eravamo uniti come squadra, non eravamo una famiglia e questo si rifletteva sul campo. E quando c’era da incolpare qualcuno, incolpavano me. Anche quando giocavo pochi minuti. Non eravamo un gruppo, ma la colpa me la prendevo sempre io. Anche i giornalisti parlavano sempre di me, dicevano cose che non erano vere. Non ero felice per quello che stava succedendo. In cinque mesi sono passato da essere uno dei giocatori più forti della Premier a non giocare. Tornavo a casa molto triste. Ma andavo avanti ad allenarmi come un professionista. Finisce la stagione e arriva Solskjaer. Ho parlato con lui e gli ho detto che credevo fosse necessario che me ne andassi, che andassi all’Inter. Avevo bisogno di respirare. Lui mi ha detto che non c’erano problemi. Ora sono un giocatore dell’Inter e posso solo ringraziare lo United per avermi dato l’opportunità di vestire la sua maglia. Le cose non sono andate come sarebbero dovute per l’ambiente che c’era in quel momento. L’ambiente non era buono e io non ero felice. Sono rammaricato perché volevo vincere e fare felici i tifosi dello United”.