Serata parecchio movimentata per il Tottenham e per Josè Mourinho. Gli Spurs erano impegnati nel derby di Londra contro il Chelsea per la Carabao Cup, ma nei minuti finali succede di tutto. La formazione del portoghese è in svantaggio per 1-0 quando Eric Dier esce improvvisamente dal campo e corre lungo il tunnel del Tottenham. Sostituzione? Espulsione? No, semplicemente pausa toilette, ma dopo pochissimi istanti Mourinho lo insegue. Il difensore riappare in campo qualche minuto dopo. Alla fine è il Tottenham a vincere la gara e il premio come Man of the Match va proprio a Dier. Il 26enne, però, decide di cederlo al vero protagonista della serata, il WC. Eric ha poi condiviso uno scatto sui social: tazza del water, premio e carta igienica. Tutto è bene quel che finisce bene. Mourinho, dopo un battibecco con Lampard e dopo l’inseguimento di Dier, può festeggiare il successo della squadra.
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Chelsea-Tottenham, Dier è Man of the Match ma cede il premio al…WC
Il Tottenham vince 5-4 ai rigori e passa il turno, grazie all’unico e decisivo errore di Mason Mount. Lo Special One però, nel post partita, non risparmia delle pesanti critiche alle autorità del calcio. I suoi uomini hanno giocato due volte in 48 ore e non è accettabile. L’episodio di Dier, durante il match, dimostra che tutto ciò non è sostenibile: “Quello che è successo a Dier non è normale, devo lodarlo in modo speciale. Dovrebbe essere vietato a un giocatore di giocare due partite in 48 ore a questo livello. Quello che ha fatto non è umano. Ho dovuto fare pressione su di lui per tornare perché non avevo cambi. Se le autorità non si preoccupano dei giocatori, a me interessa. Ovviamente non giocherà giovedì (in Europa League) perché lo ucciderei sicuramente”.
Anche il difensore ha confermato quanto sia stato difficile giocare due volte a distanza di poche ore: “Dopo aver giocato domenica non è stato facile, forse è per questo che sono dovuto scappare ma ci siamo riusciti. Tutto lo staff e i giocatori si sono impegnati, Jose non era contento ma non potevo farci niente, la natura chiamava”.