La psicologia e il Manchester United, due mondi apparentemente lontani che si intrecciano a causa di una teoria alquanto singolare. Un libro ufficiale di psicologia dell’AQA è diventato virale, ancora una volta, dopo che alcuni studenti hanno notato, in una delle sue sezioni, un riferimento particolare sui tifosi Red Devils. Il testo afferma infatti che alcuni fan del Manchester United “non hanno il cervello”. Il libro è stato scritto nel 2016 da rinomati autori ed esperti del settore come Cara Flanagan, Dave Berry, Matt Jarvis e Rob Liddle. Ma molto probabilmente uno di loro tifa Manchester City o non vede comunque di buon occhio lo United e i suoi tifosi.
- Cavani e il rapporto con Neymar: “Non siamo amici, c’è rispetto”
- L’idea del Tolosa, per il calciomercato via libera a Football Manager
- India, Cristiano Ronaldo diventa un virus: è il “ricercato” più pericoloso
Testo di psicologia ufficiale definisce alcuni tifosi United “senza cervello”
A pagina 34 del libro per gli studenti di livello A si trova infatti un capitolo che tratta nel dettaglio il sistema nervoso centrale (SNC). Si tratta della parte del sistema nervoso formato dal cervello e dal midollo spinale che riceve, integra e coordina gli stimoli esterni e interni. Il testo, come riporta Sportbible, afferma che solamente pochissime creature viventi nascono senza cervello, come ad esempio le spugne o le meduse. Nulla di strano fin qui.
Prosegue però affermando che tra queste creature sono compresi anche alcuni tifosi del Manchester United: “Il cervello è il centro di tutta la consapevolezza cosciente. Lo strato esterno del cervello, la corteccia cerebrale, è altamente sviluppato negli esseri umani ed è ciò che distingue le nostre funzioni mentali superiori da quelle degli animali. Solo poche creature viventi – spugne, schizzi di mare, meduse e alcuni tifosi del Manchester United – non hanno un cervello. Il cervello è diviso in due emisferi..”. Non sono chiamati in causa tutti i tifosi Red Devils dunque, ma solo una piccola parte. Questo però è bastato a scatenare gli utenti dei più famosi social network. Diversi studenti hanno infatti postato negli anni la foto del paragrafo in rete, e questa continua inevitabilmente a fare il giro del mondo.