Depressione e attacchi di panico, i drammi di van der Wiel e Kishna. L’ex Lazio: “Volevo morire”

calcio05/11/2020 • 14:49
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Depressione e attacchi di panico sono i mali del nostro secolo, soprattutto da quando è scoppiata la pandemia molte persone ne soffrono di tutte le età e di tutte le classi sociali. Tant’è che anche nel multimilionario mondo del calcio, diversi giocatori cadono in depressione. Il caso più famoso è quello di Iniesta, ma recentemente anche due vecchie conoscenze del nostro calcio si sono sfogate: parliamo di van der Wiel e Kishna che hanno raccontato i loro problemi con la depressione.

Van der Wiel tra ansia e attacchi di panico

Da talento dell’Ajax, all’esplosione nel Psg fino all’oblio di Toronto, passando da Cagliari dove il terzino olandese non ha lasciato il segno. A 31 anni ha appeso gli scarpini al chiodo, tutta colpa della depressione che van der Wiel ha voluto raccontare su Instagram con un lungo post: “Da oltre un anno soffro di attacchi di panico e ansia. È cominciato tutto quando mi stavo rilassando a casa a Los Angeles. Allora, non sapevo cosa mi stesse succedendo, pensavo di avere un infarto. All’inizio, ho pensato che qualcosa non andasse fisicamente. Ma in diversi ospedali e con diversi medici, abbiamo controllato tutto il mio corpo e la conclusione è stata che tutto funzionava in modo ottimale. Dopo questa conferma, ho iniziato a concentrarmi sull’aspetto mentale, su cui lavoro ancora oggi”.

La depressione di Kishna

Ricardo Kishna fa parte della scuderia di Mino Raiola, che solitamente vanta soltanto cavalli di razza. D’altronde qualche anno fa in Eredivisie era considerato il nuovo Cristiano Ronaldo. Veloce, tecnico, con un ottimo dribbling, tanto da catturare l’attenzione di diversi top club. Poi nel 2015 lo prende la Lazio, ma anche a causa dei tanti infortuni, vede poco il campo. La scorsa estate è tornato in Olanda all’ADO Den Haag, squadra della sua città natale, ma i problemi con l’ansia non gli danno tregua.

“Nel calcio è una specie di tabù raccontare che si sta male – ha raccontato in un programma tv olandese -. Siamo tutti uomini, vogliamo tutti avere successo. Ma ci sono anche momenti in cui le cose non vanno come dovrebbero. Penso che sia molto importante condividerlo. Sono stato davvero depresso. Ogni notte, quando ero a letto, non osavo chiudere gli occhi perché avevo paura di non risvegliarmi. Mi sentivo seriamente come se stessi morendo. Dovevo prendere farmaci per essere in grado di affrontare normalmente la giornata. Non potevo più prendermi cura della mia famiglia e mi sono trasferito, ho vissuto da un’altra parte. Ero davvero intrattabile in quel momento. Le mie relazioni si sono rotte, quasi tutto si è rotto. Se non riesci a vivere con te stesso, allora ti sfoghi con gli altri“.

Kishna perde la voglia di vivere

La depressione e l’ipocondria esplodono e Kishna va in Germania per sottoporsi a degli esami medici: “Sono impazzito. Pensavo di avere un tumore alla testa, un infarto, un ictus. Ho fatto una scansione della testa, del cuore e dei polmoni per escluderlo. Il punto più basso è stato quando ho pensato: ‘Se sto così male, non voglio più vivere. Non posso vivere con tutto questo’. Non volevo suicidarmi, ma pensavo davvero di non poter convivere con tutto quel dolore. Il mio psicologo mi ha detto: ‘Hai attacchi di panico’. Pensavo fosse pazzo. Ma mi ha elencato 50 sintomi di attacchi di panico e io ne avevo 38“.

Poi il monito finale: “Ho sentito storie di ragazzi che dovevano prendere delle pillole prima di ogni partita. La cosa peggiore è che non si può controllare. Ecco perché penso che sia così importante raccontarlo. Quando succede qualcosa del genere, parlatene e chiedete aiuto“.

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Tags :LazioPsg

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