33 anni e una carriera già ben spedita verso il viale del tramonto, tra il sogno di una carriera da cantante rap e qualche presenza nella Tweede Divise, la Serie C olandese, con i Kozakken Boys. La parabola di Royston Drenthe, dagli inizi al Feyenoord al grande salto da giovanissimo al Real Madrid, ha toccato epici alti e si è inabissata in altrettanto clamorosi bassi. Come quando si è trasferito per sei mesi in Russia, periodo di cui l’esterno sinistro ha parlato in patria.
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Passare da terzino titolare del Real Madrid e finire a giocare in una cittadina russa non lontana dal Mar Caspio chiamata Vladikavkaz. Royston Drenthe può raccontare di aver fatto anche questo nella sua carriera. Dopo esser stato scaricato dalle Merengues in seguito ai due prestiti prima all’Hercules e poi all’Everton infatti, il mancino olandese è stato tentato dai rubli dell’Alanija Vladikavkaz, club in cui è trasferito nel Dicembre 2012 firmando un contratto annuale. Un’avventura tutt’altro che normale, quella vissuta da Drenthe in Russia. L’esterno ha parlato dei sei mesi trascorsi al club della Premier League russa ai microfoni di RTV Rijnmond.
Drenthe e la Russia: soldi e tanta vodka
“Vladikavkaz non era il posto ideale“, ha esordito il 33enne olandese parlando di quell’esperienza finita prima del previsto a causa della retrocessione del club in seconda divisione. “È una città distrutta. Non potevi fare nulla di divertente, anche se avevi molti soldi“. Nei sei mesi trascorsi nel freddo russo però, Drenthe ha potuto constatare che c’era una bevanda onnipresente in ogni momento vissuto da lui e dalla squadra: “La vodka. La bevevamo spesso, era uno dei capisaldi. Non è stato difficile abituarmi, la vodka ce l’avevamo anche sul pullman della squadra. In Russia è così“. Soldi e vodka dunque: veramente Drenthe cercava qualcosa di diverso nella sua esperienza nella Madre Russia?