Anton Ferdinand, fratello del più famoso Rio, ha voluto raccontare il brutto episodio di razzismo che avvenne nel 2011 quando il capitano del Chelsea John Terry lo chiamò “fottuto ne***o di m***a” durante un match contro il QPR. Una vicenda che ha fatto molto discutere all’epoca e che Antoin Ferdinand ha voluto raccontare soltanto oggi in un documentario sulla BBC.
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Ferdinand racconta degli insulti di Terry
23 Ottobre 2011, gara di Premier League tra Qpr e Chelsea, i padroni di casa stanno vincendo per 1 a 0, quando avviene un contrasto di gioco in area di rigore tra Terry e il difensore Anton Ferdinand. Il primo invoca il calcio di rigore, il secondo gli grida: “Alzati che sei più grosso di me”. Il capitano del Chelsea non la prende bene e gli grida contro quell’improperio razzista. Una frase che viene catturata dalle telecamere e che condanna il difensore dei Blues.
Dopo la partita Terry si giustifica: “Pensavo che Anton mi stesse accusando di usare un insulto razzista contro di lui. Ho risposto in modo aggressivo, dicendo che non ho mai usato quel termine. Non avrei mai detto una cosa del genere e sono rattristato che la gente lo pensi”. Una difesa un po’ debole tant’è che Terry viene squalificato per 4 partita e multato di 220mila sterline. Inoltre la federcalcio gli toglie la fascia da capitano della nazionale inglese, decisione che spinge Fabio Capello a rassegnare le dimissioni da ct.
Nove anni dopo Anton Ferdinand ha voluto raccontare la sua versione dei fatti: “Ho decido di parlare dopo che mio figlio di 7 anni mi ha detto ‘Papà, come mai quando cerco su Google il tuo nome ci sono foto di te e John Terry?“. Anton racconta di non aver sentito l’insulto durante la partita, ma di averlo saputo successivamente: “Dopo la partita mia madre mi chiese se stessi bene. Certo, risposi, abbiamo appena battuto il Chelsea. Mia madre disse: ‘John Terry ti ha rivolto insulti razzisti?’. Risposi no. ‘E allora faresti meglio a guardare questo’. Il filmato, nel frattempo diventato virale, fece impazzire il difensore del QPR: “Ero ferito e arrabbiato ma quasi tutti, eccetto i miei genitori, mi dissero di non parlare perché avremmo potuto ostacolare l’indagine. Avrei voluto parlare, ma c’era tanta pubblicità e questioni legali. E, onestamente, la pressione era eccessiva”.
Il messaggio finale di Anton Ferdinand
Il calciatore diventa vittima di una buona parte dei tabloid inglesi che difende Terry influenzando l’opinione pubblica. Negli stadi Ferdinand viene fischiato e insultato, mentre alcuni ultras lanciano mattoni e uova marce sulla casa della madre che viene anche minacciata di morte. “Quell’episodio fu il catalizzatore negativo per la sua carriera. Non si è mai più ripreso”, racconta il fratello Rio Ferdinand, ex difensore del Manchester United.
“Le persone che non hanno subito insulti razziali, non potranno mai capirlo – chiude Anton -, è per questo che ho realizzato il documentario, per mostrare gli effetti a catena“. Infine ricorda la madre morta di cancro: “Mi sono portato il fardello di non parlare per tutto questo tempo, per nove anni. So che mia madre sarebbe stata orgogliosa di vedermi possedere di nuovo la mia voce. Mamma, l’ho fatto. Ho parlato“. John Terry non ha voluto né partecipare al documentario né replicare alle parole di Anton Ferdinand, sostenendo di non voler riaprire un brutto capitolo della sua carriera.