La Corte d’appello di Milano ha confermato la condanna a 9 anni per l’ex calciatore del Milan Robinho, l’accusa è quella di violenza sessuale di gruppo. I fatti risalgono al 2013, periodo in cui il giocatore vestiva la maglia rossonera. Era il 22 gennaio di quasi otto anni fa, il brasiliano insieme alla moglie e agli amici si reca in un locale notturno della movida milanese. Lì incontra una conoscente, una ragazza che sta festeggiando il 23esimo compleanno con due amiche. La serata, però, non finisce come dovrebbe. Secondo quanto accertato dagli inquirenti, il giocatore e i suoi amici hanno fatto ubriacare la giovane fino al punto da renderla incosciente, per poi violentarla. La violenza sarebbe avvenuta all’interno del guardaroba del locale quando le amiche della ragazza erano già andate via e l’ex Real Madrid aveva già accompagnato sua moglie a casa.
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Robinho, confermata anche in appello la condanna a 9 anni di reclusione
L’attaccante, per questa vicenda, è stato già condannato a nove anni di carcere nel 2017. È riuscito comunque a mandare avanti la sua carriera calcistica tra Brasile e Turchia. Ora la Corte d’Appello di Milano, nonostante la difesa abbia cercato di screditare la vittima, ha confermato il verdetto. Robinho è stato dichiarato colpevole di stupro di gruppo per la seconda volta. Con lui anche l’amico Ricardo Falco e gli altri amici, che risultano però non reperibili. A peggiorare la situazione del 36enne, che si è sempre proclamato innocente, anche le intercettazioni telefoniche. Da queste emerge infatti che la giovane veniva descritta “con epiteti e termini spesso crudi e sprezzanti, segni inequivocabili di spregiudicatezza”.
Il giocatore e Falco dovranno versare alla vittima anche un risarcimento di 60 mila euro. I due molto probabilmente presenteranno ricorso. Il brasiliano, per questa vicenda giudiziaria, era stato messo fuori rosa dal Santos. Il contratto con la squadra brasiliana è stato risolto in meno di una settimana dopo le aspre critiche non solo dei tifosi ma anche degli sponsor, che hanno minacciato il club di andare via per rispetto di tutte le donne.