È passato ormai un anno dall’esonero di Ernesto Valverde dalla panchina del Barcellona. Era il 13 gennaio 2020 quando il club ha annunciato che l’avventura del 56enne era giunta al capolinea. Il ko subito in semifinale di Supercoppa Spagnola contro l’Atletico Madrid è stato decisivo, ma la sua posizione era già in bilico da settimane. I giocatori, in primis Messi e Suarez, si erano esposti in sua difesa ma nulla è servito. Dopo due anni e mezzo, due campionati spagnoli, una Coppa di Spagna e una Supercoppa di Spagna, Valverde è stato costretto a far le valigie. A sostituirlo, Quique Setien che verrà poi esonerato a fine stagione, lasciando il posto a Ronald Koeman. Nonostante sia passato un anno, però, in Spagna si parla ancora dell’esonero di Valverde. Questa volta a commentare la vicenda è il vice dell’ex tecnico Blaugrana, Jon Aspiazu.
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Barça, vice Valverde ricorda esonero: “Ingiusto, abbiamo perso solo 2 partite”
Il secondo di Valverde, in un’intervista al programma di Ser Catalunya ‘Què t’hi jugues’, ha ripercorso i momenti più critici della sua avventura al Barcellona, soprattutto l’eliminazione ad Anfield: “La partita è stata molto più equilibrata del risultato finale rappresentato. Ma l’ultimo gol è stato così decisivo e così insolito da rendere la sconfitta ancora più incredibile”. Aspiazu, però, è rimasto colpito dalla scelta della società. Un esonero ingiusto arrivato in un momento sbagliato: “È evidente che non era il momento più opportuno. Eravamo primi in campionato e avevamo superato la fase a gironi di Champions League senza perdere una partita, ma la società ha deciso di cambiare e siamo dovuti andar via. Nei due anni in cui siamo stati al Barça abbiamo perso solo due partite, entrambe in Champions: Roma e Liverpool”.
Ma il vice di Valverde ne approfitta anche per parlare delle polemiche secondo cui la squadra sotto la loro direzione non si allenasse abbastanza. Polemiche fornite dall’allora segretario tecnico, Eric Abidal. Aspiazu ha ammesso di essersi sentito insultato: “Sono scoppiato a ridere quando hanno detto che non ci allenavamo. Il Barça è una squadra speciale e ha un modo di lavorare molto specifico da molti anni, e i giocatori giocano ogni tre giorni e si mettono in forma giocando”. Il 58enne ricorda inoltre che tra le note positive della loro gestione c’è sicuramente la scoperta di Ansu Fati. Sono stati proprio loro, infatti, a scommettere sul classe 2002: “Dal primo momento ci è sembrato un ragazzo speciale. Lo abbiamo fatto salire ad allenarsi in prima squadra e Valverde quando lo ha visto giocare ci ha già detto ‘Ansu resta con noi’”.