L’ex difensore della Juventus Mark Iuliano ha aperto le porte della sua casa a Chiamarsi Bomber. Dalla passione per il padel alla sua lunga carriera, gli inizi a Salerno, gli anni messinesi, quelli con la maglia bianconera e le delusioni con la Nazionale, Iuliano ha raccontato su Twitch tanti aneddoti all’interno di Bomber Review.
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Subito una risposta di Mark Iuliano a Nick Amoruso che lo aveva incalzato su una passione che i due hanno in comune, il padel: “Ieri ha perso. L’accoppiata Vieri-Amoruso contro me ed un mio amico è uscita sconfitta. Quindi non dovrebbe parlare di padel…“.
I ricordi al Messina e quei derby contro la Reggina…
“La Reggina a quei tempi era una bella squadra, avevano davanti Amoruso e Rolando Bianchi e si salvarono dopo una corsa incredibile. Mi sembra che all’andata non ci fu storia per noi, ma al ritorno non ci fu storia per loro… Alla fine purtroppo noi siamo retrocessi e loro sono rimasti in A”.
Gli inizi a Salerno
“Io sono cresciuto nella Salernitana, potrei scriverci un libro. Ho tanti bellissimi ricordi. Feci un anno con Delio Rossi e uno con Colomba, era spettacolare giocare con tutti quei tifosi, emozioni bellissime. Io sono calabrese ma i salernitani mi hanno adottato. Ho iniziato a giocare lì a 17 anni, avevamo una squadra incredibile. Quest’anno tra l’altro sta facendo bene, potrebbe anche salire in Serie A“.
La Juventus
“Per me è stato un sogno. Tifavo Juventus fin da bambino ed arrivare a giocarci è stato indescrivibile. Certo le prime settimane sono state difficili. L’episodio del fallo su Ronaldo? Cerco sempre di glissare sull’argomento. Certe volte escono interviste che non ho mai fatto. Poi abitando a Milano anche la gente per strada mi chiede se fosse fallo…”.
La Nazionale
“Un’esperienza bellissima. Perdemmo quell’Europeo nel 2000 in maniera incredibile, una partita praticamente vinta. Eravamo un grande gruppo, c’erano grandi difensori. L’allenatore credeva in me, io venivo da anni buoni e giocare da titolare quel torneo fu un premio. Maldini giocava a sinistra, io, Cannavaro e Nesta al centro e Zambrotta che si alternava con Pessotto sulla destra. Una grande difesa. Nel Mondiale 2002 in Corea inutile non pensare a Byron Moreno. Buttò fuori Totti, non ci dava i rigori, una cosa incredibile. In una partita nel suo paese so che diede 12 minuti di recupero e due calci di rigore. Naturalmente poi fu radiato…”.
La Juve di oggi
“Non capisco come si possa mettere in discussione uno come Cristiano Ronaldo. È una fortuna avere un campione del genere nel campionato italiano, un esempio di professionalità unico. La Juve attuale è una grande squadra, ma è cresciuto anche il livello degli avversari. Quest’anno non ha mai avuto Dybala tra l’altro. C’è da dire che i nuovi innesti devono ancora ambientarsi del tutto, non si possono caricare di troppe responsabilità Kulusevski o Chiesa, la maglia bianconera è una maglia pesante. Lo stesso de Ligt è un fenomeno, ma ha dovuto cambiare metodo di giocare e difendere e per lui non è stato facile. È un classe ’99, non dimentichiamocelo”.
La partita che Mark Iuliano vorrebbe rigiocare
“Calcolando che ho perso tre finali di Champions League, un Europeo che era praticamente vinto e un paio di scudetti all’ultima giornata, non saprei proprio quale partita scegliere. Di sicuro c’è che ho imparato tanto dalle sconfitte, ti insegnano molto. Preferivo perdere con la Juventus, di cui ero tifoso, che perdere con la maglia di un’altra squadra. Il calcio è una questione d’amore”.
I compagni più forti
“Ho giocato con Zidane, per il quale avevo coniato un motto ‘Palla su e ci pensa Zizou’, gli tiravo certe pallacce da dietro e lui non si lamentava mai. Era qualcosa di incredibile. Era il calcio, era poesia. Ma ho giocato con così tanti campioni che non saprei chi scegliere: Nedved, Davids, Del Piero, Trezeguet, Ibrahimovic, Cannavaro… Pensare che come portieri ho avuto Peruzzi, Buffon e van der Sar, come si fa a scegliere? La cosa che mi è sempre dispiaciuta è che non mi facevano tirare le punizioni. Mi dicevano ‘Vai dietro e vai a rinviare che è meglio…”.
Tanti aneddoti della lunga carriera nel calcio di Mark Iuliano
“Come non farsi azzannare da Montero? Meglio scappare, se stai fermo lui si incazza di più. Per fortuna io picchiavo insieme a lui. Delle volte facevamo anche finta di litigare tra di noi in campo per mettere paura agli avversari. Quante ne abbiamo combinate… Chi non portava il bagnoschiuma o la biancheria di ricambio? Beh ci portavano tutto i magazzinieri. Trovavamo già tutto pronto. Però da regolamento interno noi dovevamo portare le borse e il materiale, soprattutto quando si rientrava dalle trasferte. L’esperienza da allenatore al Partizan Tirana? Mamma mia ragazzi. Avevo firmato per il Como, poi però la società non si iscrisse al campionato, quindi saltò tutto. Mi arrivarono varie proposte dall’estero e questa era la più importante. fecero un’opera di convincimento e alla fine accettai. La città bellissima, Tirana tutta nuova, è stata una bella sorpresa. Solo che lì il calcio è un’altra cosa… Sono scappato dopo tre mesi. Il bomber della compagnia nel primo anno alla Juve? Io sicuramente no. Eravamo tutti ragazzotti timidi, tutti scapoli. Uscivamo poco perché si giocava ogni tre giorni. Allenare la Salernitana? Ci andrei subito!”