Mbappé: “Dico a me stesso di essere meglio di Messi e Ronaldo, mi motiva”

calcio03/04/2021 • 12:51
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Kylian Mbappé è uno dei migliori campioni del calcio mondiale. A soli 22 anni ha già vinto la Coppa del Mondo con la Francia e ha messo in bacheca 11 trofei, tra cui 4 campionati francesi. L’attaccante è un vero talento, ma come riesce a dare sempre il massimo? Grazie a un metodo del tutto originale. Kylian dice che deve credere di essere migliore di Lionel Messi e Cristiano Ronaldo per riuscire a far bene in campo. Mbappé ha parlato della sua mentalità e del suo ego in un’intervista con RMC Sport, spiegando cos’è che gli permette di dare il massimo in campo. 

Mbappé: “Dico a me stesso di essere meglio di Messi e Ronaldo, mi motiva”

La stella del Paris Saint-Germain prima di una partita deve concentrarsi e deve credere di essere il migliore: “Nella mia testa mi dico sempre che sono il migliore. L’ego? Ovviamente c’è ed è importante perché quando sei in una situazione difficile, nessun altro oltre a te sarà lì a darti una spinta. Devi convincerti di essere capace di scalare qualsiasi montagna. La gente non capisce come funziona l’ego. Quando non stai bene non è che arriva qualcuno e ti dice che ce la puoi fare. Sei da solo, sei soltanto tu con il tuo modo di ragionare. E devi convincerti di essere capace di fare grandi cose. Ogni volta che vado in campo mi dico sempre che sono il migliore eppure ho giocato su terreni dove hanno giocato Messi e Cristiano Ronaldo. Sono giocatori migliori di me, hanno fatto un miliardo di cose in più di me. Ma nella mia testa mi dico sempre che sono io il migliore perché così non ti dai limiti e cerchi di dare il massimo“.

Questione di motivazione e non di superbia. Ma le persone spesso non capiscono: “Certo, a volte le persone non capiscono perché penso che forse ci sia una barriera che si crea in relazione a questo argomento. Non si spiega mai veramente cosa sia l’ego. Per molti l’ego è soltanto non lasciare che un compagno tiri un rigore o avere un contratto migliori di un giocatore dell’altra squadra. Non c’è solo quello, è un qualcosa che influenza anche la propria preparazione. È qualcosa di personale, che supera se stessi, è molto al di là di questa cosa superficiale di dire ‘io io, io io’. Ma penso che ci sia molto da dire su questo”. 

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