Dopo qualche mese di silenzio, torna a far parlar di sé la Superlega, che ha annunciato un nuovo format della competizione. Sarà un torneo da 60-80 squadre con almeno 14 partite per ognuna.
Il ritorno della Superlega
È passato un po’ di tempo da quando la Uefa attaccò il progetto Superlega e sembrava che ormai il progetto fosse stato abbandonato, fino a che il tribunale di Madrid non reputò illecito l’accanimento dell’organizzazione europea verso quello che sarebbe un diretto concorrente nel mercato. Non potendo usufruire del monopolio, la Uefa non ha potuto affossare definitivamente il progetto. E ora la Superlega è tornata con un nuovo format, espresso da A22 Sports in 10 punti.
Si tratterebbe di un campionato di calcio europeo a competizione aperta e con suddivisioni di livello, quindi prevede promozioni e retrocessioni. Le squadre saranno tra le 60 e le 80 e non ci saranno club permanenti, che era una delle criticità del progetto precedente. La qualificazione alla Superlega si otterrà con i risultati nel campionato nazionale che granatirebbe “l’accesso alla competizione ai club emergenti, mantenendo al contempo le dinamiche competitive a livello nazionale.”
Una delle differenze sostanziali è il fatto che a ogni squadra è garantita la presenza ad almeno 14 partite, garantendo una stabilità e prevedibilità dei ricavi, e cercando di non stressare troppo il calendario dei giocatori: “Il numero di giorni di partite delle competizioni europee per club non dovrebbe essere aumentato oltre a quelli previsti dai calendari delle competizioni attualmente pianificati. È importante sottolineare che i club e i giocatori europei non dovrebbero essere obbligati a partecipare a tornei ampliati o nuovi imposti da terzi.”
Una nuova idea di calcio
L’idea alla base della Superlega è che il torneo è gestito dai club, non da enti terzi che lucrano sopra la salute dei calciatori, e che ci sarà una costante conversazione con i tifosi per migliorare il format e rendere il calcio il gioco del popolo.
Inoltre il nuovo format intende affiancare al calcio maschile quello femminile, senza differenziare i due per importanza. Entrambe le competizioni, maschile e femminile, saranno fianco a fianco nel ‘palco centrale’.
Infine la Superlega non intende rompere alcune delle regole vigenti nell’Unione Europea, strizzando così un occhio al tribunale di Madrid e lanciando una frecciatina a Fifa e Uefa.
Il format ora è stato lanciato. La palla passa ai club e agli organi sportivi: si farà la Superlega? Oppure il calcio continuerà a essere quello di sempre, nonostante i sempre maggiori problemi economici e societari che stanno spuntando in ogni lega europea?
Il confronto è sempre lo stesso: vogliamo il nuovo o l’abitudine? Riparare il calcio odierno o crearne uno nuovo?
Tutte le informazioni sul nuovo format le trovate qui.