Nicolò Zaniolo sta vivendo i suoi primi giorni a Istanbul immerso nel dramma che ha colpito la Turchia. Il terremoto ha messo in ginocchio il paese e c’è chi critica l’operazione del Galatasaray.
Un inizio difficile
Un momento sfortunato per iniziare la propria avventura in Turchia. Zaniolo si è trovato a Istambul all’alba del sisma che ha fatto più di 20mila morti. Una situazione che ha spinto l’ex giocatore della Roma a prendere come numero di maglia il 17, in onore di Muhammed Emin Ozkan, un ragazzo diciassettenne morto a casa del terremoto e grande fan del Galatasaray. Sui social aveva festeggiato l’arrivo dell’attaccante italiano scrivendo: “Nicolò portaci la Champions”.
Commosso dalla fiducia che il ragazzo provava per lui dunque Zaniolo ha cambiato la sua iniziale decisone di prendere la 8, per portare in campo a ogni partita la passione del ragazzo.
Intanto il giocatore italiano si è messo a servizio della popolazione turca, aiutando, come altri tesserati della squadra di Istanbul come Mertens, a inscatolare e spedire i beni di prima necessità.
La società turca ovviamente non ha fatto una grande presentazione per il talento italiano. La situazione non lo permette e in più il Galatasaray è già stato al centro di polemiche per aver speso 16 milioni più 13 di bonus per l’operazione che ha portato il calciatore in Turchia, quando forse sarebbe stato moralmente giusto dare quei soldi in soccorso delle vittime. Intanto, tutti i calciatori tesserati hanno deciso di versare circa 20mila euro a testa per aiutare la popolazione.
Il rapporto con i compagni
Però c’è da pensare anche al calcio, o almeno lo devono fare le società e i calciatori, quindi Zaniolo ha partecipato alla sua prima sessione di allenamenti, confrontandosi con l’allenatore ex Inter Buruk e parlando con i vari “italiani” presenti nella rosa, come Icardi, Torreira, Mertens e il suo ex compagno alla Roma Sergio Olivera.
Intanto dalla capitale italiana sono arrivati pochi messaggi per l’attaccante. Al momento della sua uscita dalla chat di squadra, sono stati pochissimi i messaggi dei compagni.
Solo Spinazzola, Abraham e Smalling lo hanno salutato, mentre capitan Pellegrini è stato in silenzio, nonostante l’amicizia che c’è stata tra i due, che hanno condiviso anche la Nazionale. E proprio in Nazionale probabilmente si ritroveranno e proveranno a chiarirsi con la mediazione del ct Roberto Mancini.
