L’ex portiere della Juventus Gigi Buffon ha parlato della stagione bianconera e ha fornito la sua personale versione della situazione relativa alla penalizzazione del club e alle indagini.
Una stagione complicata
La Juventus sta vivendo un’annata complicata: prima l‘eliminazione ai gironi dalla Champions League e poi l’esplosione dell’inchiesta Prisma con la conseguente penalizzazione in campionato e l’inibizione del gruppo dirigenziale.
Una stagione così complicata non si vedeva dal 2006 per la Juventus, con Calciopoli e la retrocessione in Serie B.
Recentemente ha parlato a La Stampa uno che nel 2006 era alla Juve e in bianconero c’è rimasto molti anni: Gigi Buffon.
Quest’anno lo sta passando a Parma, dove ha giocato 7 partite subendo 12 gol e tenendo la porta inviolata una volta.
Ricordando quella stagione difficile ha voluto innanzitutto dare un consiglio ai calciatori che ora stanno vivendo una simile situazione societaria: “Dico loro di far leva sull’unico aspetto positiva della vicenda. Perché per quel che li riguarda, non hanno più nulla da perdere: tutto ciò che guadagneranno non sarà più preteso, sparisce la pressione di dover per forza andare in Champions o rimanere accanto al Napoli. È una sfumatura che alleggerisce.”
L’antipotere vuole battere il potere?
Buffon poi si fa delle domande sul perché una situazione tale si sia ripetuta: “Aspetto che si completino gli iter giudiziari. Ma in caso di un’altra dura condanna nello spazio di diciassette anni, considerato che la Juve viene dipinta come il potere poiché vincente, non potrei non pormi una domanda: è il potere masochista che si auto-flagella e o è l’antipotere che vuole battere il potere?”
Una questione quasi filosofica quella che si pone il Campione del Mondo nel 2006 e che rimane comunque una domanda retorica, posta principalmente per far pensare.