Victor Osimhen ha dato un’intervista a France Football in cui ha messo a nudo le sue difficoltà, i suoi timori e le gioie di essere arrivato a un passo dallo Scudetto con il Napoli.
Osimhen si racconta
È ormai un attaccante affermato a livello mondiale. Gli occhi di quasi tutti i top club sono rivolti su di lui e sulla dinamicità che porta in attacco. Ma non è sempre stato così. Osimhen si è raccontato in una lunga intervista a France Football, dagli inizi al Wolfsburg fino alla grande avventura di Napoli.
In Germania c’erano state difficoltà, in Belgio pure, poi è arrivato il Lille: “Galtier mi chiese quanti gol volessi fare. Gli dissi due. All’esordio contro il Nantes firmai una doppietta.”
E poi finalmente Napoli: “Dopo Charleroi e Lilla, sbarcare a Napoli è come cambiare mondo: mai visti dei tifosi così che vivono per il club. L’arrivo all’aeroporto fu impressionante. Non ci credevo. Oggi posso dire che se diamo l’impressione di volare, lo dobbiamo a loro che ci trasmettono energia. Sentiamo bene l’eredità di Maradona… Ci danno amore, ci fanno capire che contiamo molto per loro. Non da poco in un mondo freddo come il nostro.”
Napoli è solo l’inizio
Anche a Napoli ovviamente ci sono state critiche, dubbi e perplessità per i milioni spesi da De Laurentiis per un giovane attaccante quasi sconosciuto, ma ora stiamo parlando del capocannoniere del campionato e di uno dei migliori attaccanti in Europa: “Sapevo che lo sarei diventato, ma serve avere un contesto favorevole e rimanere positivi. Drogba e Lewandowski mi facevano sognare, per questo diventare il migliore non deve essere un obiettivo, ma rimanere un sogno da inseguire, in modo naturale. E a Napoli è solo l’inizio.”
Osimhen continua l’intervista elogiando il genio di Spalletti e il talento del suo compagno d’attacco Kvaratskhelia.
Un momento lo prende pure per ricordare il terribile infortunio subito contro l’Inter: “Per due mesi non sentivo più la faccia, ma ringrazio il chirurgo e la sua equipe che hanno creato anche la maschera, durissima: ormai non ho più paura di farmi male.”
E dopotutto la maschera è diventato il simbolo dell’attaccante nigeriano e della corsa Scudetto del Napoli, ormai prossima all’arrivo.