Scrivi gol, leggi Erling Haaland. Triplettista all’esordio in Champions

bomber della settimana18/09/2019 • 12:31
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E. Haaland
#9Manchester CityAttaccante
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Ci sono marcature multiple da realizzare per entrare nella storia? Nessun problema, chiamate Erling Braut Haaland. L’attaccante norvegese classe 2000 risponderà presente. E lo farà a suon di gol. Se i nove centri segnati in una sola partita al Mondiale Under 20 nel 12-0 della Norvegia sull’Honduras erano stati un indizio, la tripletta realizzata all’esordio nella fase a gironi di Champions League con la maglia del Salisburgo contro il Genk ha rappresentato la prova schiacciante: è nata una stella nel piccolo club austriaco, alla sua prima partita tra le Top 32 del calcio continentale.

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Un tempo per fare la storia: Haaland e la notte magica
La notte di Salisburgo è stata quella dei record, per il Red Bull che mai avrebbe immaginato di poter segnare sei reti al malcapitato Genk all’esordio in Champions League, e per il 19enne Haaland. Erling ha segnato in tutti i modi: di destro raccogliendo un invito in profondità, di sinistro partendo in progressione, di punta per un tap-in a due passi dalla porta belga. Tre versioni, un unico talento. Che magari un giorno sarà anche un talento unico. Per ora, Haaland si “accontenta” di godersi un primato: per segnare la sua prima rete in Champions gli sono bastati due minuti, timeline simile pari solo a quelle tracciate da Andreas Möller nel 1995 e da Eliaquim Mangala nel 2009.

Bomber Haaland in numeri: 11 gol nelle prime 7 partite
Con la tripletta al Genk, Haaland è entrato nel ristretto gruppo di “triplettisti” all’esordio in Champions League, che include anche l’italiano Vincenzo Iaquinta: in lista ci sono anche Brahimi, Grafite, Rooney, Yakubu, Asprilla, Raul e Van Basten (unico a calare il poker). Il tutto a soli 19 anni e 58 giorni, più “vecchio” solo di Raul e Rooney. Le tre reti al Genk non sono certo un caso per l’ex attaccante del Molde, dove l’attuale manager del Manchester United Solsksjaer l’ha lanciato tra i titolari ancora minorenne, convinto dall’attitudine al gol di Erling. Il nastro va riavvolto al primo luglio 2018: Molde in trasferta sul campo del Brann, Haaland cala il poker personale tra il 4′ e il 21′. Numeri da ragazzo prodigio, che gli sono già valsi l’esordio con la Nazionale maggiore: il 5 settembre, nel 2-0 a Malta. L’anomalia? Non ha segnato.

Papà Alf-Inge e il fallo di Keane
Chi lo conosce da vicino parla del giovane Haaland come un professionista serio, ma con tutta la sfrontatezza di un 19enne lanciato nel calcio che conta. Il calcio, d’altronde, è sempre stato in casa. Suo papà Alf-Inge ha giocato in Premier League con Leeds e Manchester City, anche se a renderlo celebre è stato il fallo subito da Roy Keane in un derby di Manchester, retaggio della rottura dei legamenti rimediata dall’irlandese in uno scontro di gioco con Haaland senior tre anni prima. Keane, non proprio un’educanda, non la mandò giù e ottenne vendetta quattro anni dopo; nella stagione 2000-2001. Negli ultimi minuti della partita, facendolo passare come uno scontro involontario, alzò la gamba diretta sul ginocchio del norvegese rompendolo e ponendo fine alla sua carriera.

“Imparo dal migliore: Zlatan Ibrahimovic”
Un modello al di fuori della famiglia, però, il giovanissimo Erling sembra averlo già. L’indizio arriva direttamente da Instagram. Il day after le celebrazioni per la tripletta al Salisburgo, Haaland si è concesso un colpo di testa social. Ha postato una foto che lo vede esultare in piedi sui tabelloni pubblicitari, con le braccia larghe e lo sguardo fiero. Come Zlatan Ibrahimovic, “taggato” nell’occasione. “Learning from the best”. Imparando dal migliore. Che sia davvero nata una stella?

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