In una lunghissima intervista a France Football, l'ex attaccante di Chelsea e Real Madrid Eden Hazard ha raccontato perché ha deciso di appendere gli scarpini al chiodo e il suo rapporto con gli allenatori che ha avuto.
Eden Hazard confessa il migliore e il peggior allenatore avuto
"Conte è stato l’unico che mi ha veramente imposto cosa fare. Ogni giorno, devi fare questo, questo… e mi ha infastidito - ha spiegato il fantasista belga a France Football -. È uno dei più grandi allenatori ed è forse con lui che ho avuto la mia stagione migliore, ma è quello con cui mi son trovato meno agli allenamenti, le sue sessioni tattiche. Mourinho mi è piaciuto, è andata male il terzo anno, ma in allenamento diceva ai compagni di fare attenzione, di non entrare duro su di me, così prendevo palla e ridevo, ricordandogli gli ordini di Mourinho. Zidane ti dà istruzioni, ma non ti stressa fisicamente".
La cattiva alimentazione
Hazard è stato spesso acccusato di consumare junk food: "Avevo appena chiuso una delle mie migliori stagioni di sempre al Chelsea e mi sono detto: 'Adesso sono al Real Madrid, queste saranno le ultime vacanze che potrò godermi'. Dopo sette anni in Inghilterra, senza fermarmi nemmeno a Natale, mi sono preso tre-quattro settimane di stop in cui ho detto di non disturbarmi. Ho fatto barbecue, bevuto vino... di tutto. Poi a Madrid le cose sono andate male".
L'ex attaccante belga precisa: "Magari non abusavo, ma non vi prestavo attenzione. Mi piace mangiare e bere un bicchiere in compagnia. Mi capitava la sera prima di una partita di mangiare a casa e bere una bottiglia di buon vino. A Natale, per i Boxing Day, non rinunciavo a buoni pranzi e poi segnavo lo stesso. E in frigo c'è sempre stata una buona bottiglia di champagne. Tanto sapevo che non serviva a nulla stare a dieta, perché sapevo che non avrei giocato fino ai 40 anni".
I motivi del ritiro
Lo scorso ottobre ha appeso gli scarpini al chiodo e ha spiegato il motivo: "Ad un certo punto, non sapevo neanche perché: mi alzavo da letto e mi infortunavo. Il mio corpo era stanco e non potevo riposare. Alla fine al Real avevo l'impressione che il pallone l'avrei perso anche prima di riceverlo. Mi spiace di aver deluso i tifosi. Sarebbe stato perfetto salutare con una tripletta e dire arrivederci. Al Lille è finita bene, al Chelsea è finita ancora meglio... al Real sapevo che era tutto finito, non volevo nemmeno entrare in campo. La gente mi avrebbe fischiato e allora mi sono detto: 'Sai cosa? Lasciatemi in panchina, me la godrò così'. Tornare a giocare? No, sono convinto al 100% della mia scelta".
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