Circa venti anni fa in Scozia, per la precisione a Glasgow, un calciatore italiano faceva letteralmente impazzire i suoi tifosi. Marco Negri, bomber di razza, a suon di gol con la maglia del Perugia si era guadagnato l’ingaggio da parte dei Rangers che, per comprarlo dai grifoni, nel 1997 scucirono ben tre milioni e mezzo di sterline.

Classe 1970, Negri cresce nelle giovanili dell’Udinese dove Nedo Sonetti ne intuisce le grandi potenzialità e lo fa esordire, diciottenne, nel campionato cadetto. Dopo la prima difficile stagione in prestito a Novara in C2, senza reti all’attivo, Marco Negri inizia a carburare e disputa le stagioni successive in crescendo con le maglie di Ternana, Cosenza e Bologna. Ma è soprattutto in Calabria che si mette in luce, con la bellezza di 19 gol in 34 partite. L’anno successivo viene ingaggiato dal Perugia, e in Umbria arriva la definitiva consacrazione: 18 sigilli in B e l’agognata promozione nella massima serie. In A Marco Negri conferma tutte le sue qualità e, nonostante il campionato si concluda con un’amara retrocessione, sigla ben 15 reti.

La svolta definitiva della carriera arriva quando i Rangers, già nell’occhio del ciclone per aver “scippato” Gennaro Gattuso proprio al Perugia, individuano in Marco Negri il profilo giusto per sostituire lo storico centravanti scozzese McCoist. La scelta si rivela clamorosamente azzeccata: fra agosto e dicembre, accanto a fenomeni del calibro di Gascoigne e Laudrup, il bomber italiano mette a segno 29 gol. Nella gara contro il Dundee, Negri sigla addirittura una memorabile cinquina che rimane, ovviamente, negli annali del club.
Il mondo è ai suoi piedi, viene eletto per più volte Player of the month e si parla addirittura della sua convocazione per i Mondiali del 1998. Ma, come spesso accade nel calcio (e nella vita), senza preavviso il destino volta le spalle a Marco Negri. Durante un’innocua partita a squash con il compagno di squadra Porrini, viene colpito a un occhio dalla pallina e subisce il distacco della retina. È l’inizio di un autentico calvario: due mesi fuori, poi la polmonite e persino un’ernia. Nonostante i guai, riesce a segnare altri 4 gol e si laurea capocannoniere, ma niente sarà più come prima.

Dopo due anni tra panchina e tribuna, l’attaccante prova a rilanciarsi in Italia ma nelle successive esperienze esperienze con Vicenza, Bologna, Cagliari, Livorno e ancora Perugia, non lascia quasi mai il segno. Quella che, a un certo punto, poteva essere una splendida carriera internazionale, si conclude in modo inglorioso e Marco Negri, a soli 35 anni, decide di appendere gli scarpini al chiodo. Ma la sua partita perfetta del 23 agosto 1997, quella in cui segna 5 gol con una facilità disarmante, non potrà mai essere dimenticata.
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