In Brasile il calcio è letteralmente un'altra cosa, e ormai questo lo sappiamo bene. In Sudamerica in generale si gioca uno sport veramente differente rispetto all'Europa, ma in realtà anche a tutto il mondo. Ritmi, contrasti, passione, tifosi: è proprio una roba diversa.
Lo abbiamo visto per l'ennesima volta anche nella finale del Campionato Paulista tra Corinthians e Palmeiras disputatasi un paio di settimane fa. Ad avere la meglio è stato proprio il Corinthians di Memphis Depay, che quest'anno ha scelto di trasferirsi in Brasile per una nuova esperienza sportiva e di vita. L'attaccante olandese è già l'idolo della propria tifoseria, ma dopo quanto accaduto nei minuti finali del match ancora di più.
Come vi abbiamo già raccontato in questo articolo infatti, il numero 10 ha pensato proprio di irridere gli avversari (tra cui l'ex Lazio Felipe Anderson) salendo sul pallone con entrambi i piedi nei pressi della bandierina con l'obiettivo di perdere tempo. La giocata da circo è terminata chiaramente con una maxi rissa, situazione però che non è passata inosservata alla Federazione Brasiliana. Il risultato? Nuove regole!
Brasile, le nuove regole contro la giocata di Depay: il comunicato ufficiale della Federazione
Quanto accaduto nella finale del Campionato Paulista tra Corinthians e Palmeiras è l'ennesimo spot negativo per il calcio brasiliano. Proprio per questo, la Federazione ha deciso di prendere seri provvedimenti, stabilendo come questa giocata sia ora diventata proibita: chi la esegue, verrà punito con un calcio di punizione e soprattutto un cartellino giallo.
Ecco un estratto del comunicato ufficiale: "Una volta individuato il suddetto atteggiamento, dovranno sanzionarlo con un calcio di punizione indiretto a favore della squadra avversaria, da battere nel punto dell’infrazione e ammonire il trasgressore con un cartellino giallo".
Decisione senza dubbio che non è piaciuta a Neymar (tornato al Santos), che sui propri social ha commentato dicendo che "Il calcio sta diventando sempre più noioso". Forse ha ragione da un certo punto di vista, ma le regole sono regole. Anche in Brasile.
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