Da mesi ormai viene ripetuto da giocatori ed allenatori che il calendario è troppo fitto, ci sono troppe partite e l'inevitabile conseguenza è un aumento del numero degli infortuni. Adesso però è arrivato un dettagliato studio che ha sfatato questo mito, e anzi ha dimostrato che negli ultimi vent'anni la media partite è rimasta più o meno la stessa, ma ad aumentare vertiginosamente sono stati gli stipendi dei calciatori.
La ricerca di Standard Football ha prodotto risultati sorprendenti, completamente contrastanti con le richieste di club, tecnici e giocatori, alcuni dei quali hanno parlato anche di sciopero per le troppe partite disputate nel corso dell'anno. SF ha analizzato e messo in relazione i match giocati e gli stipendi lordi degli ultimi vent’anni dei calciatori di undici top club europei e di due top club sudamericani. Sono stati messi sotto l'occhio della lente d'ingrandimento Real Madrid. Barcellona, Manchester City, Chelsea, Liverpool, Psg, Juventus, Manchester United, Bayern, Arsenal, Inter, Palmeiras e Flamengo.
Lo studio che sfata il "falso mito" delle troppe partite
La ricerca di Standard Football è decisamente dettagliata: "I risultati rivelano una significativa disparità tra l’aumento esponenziale dei salari dei giocatori e il numero relativamente stabile di partite stagionali”, con gli stipendi che sono aumentati addirittura del 300%, a fronte di un numero di partite rimasto più o meno stabile.
Standard Football porta esempi pratici e numeri per rafforzare la sua tesi: "Nel 2003-2004 il Real Madrid ha giocato 59 partite e aveva un monte ingaggi di 98 milioni di euro. Vent’anni dopo, le partite sono scese a 55 e il monte ingaggi è salito a 326,95. Più che triplicato. Vale per tutti i club europei presi in considerazione". E così il Chelsea, il Barcellona, il Liverpool ed il Manchester United, il cui monte stipendi è addirittura quintuplicato.
Conclude Standard Football: "L’analisi evidenzia un drammatico aumento degli stipendi medi, in particolare tra i giocatori di medio livello, non solo tra gli atleti di punta. Questo aumento della retribuzione riflette una tendenza di mercato più ampia, in cui i club stanno investendo tantissimo nei salari dei giocatori a tutti i livelli. L’aumento dei salari non è più legato alle prestazioni, a quel che definiremmo il merito. No. L’analisi indica una crescente disconnessione tra gli aumenti salariali e il contributo effettivo sul campo. Questa tendenza solleva preoccupazioni per l’equilibrio competitivo nel calcio globale, in particolare per i club con minori opportunità di generare entrate. Lo studio sottolinea come l’aumento dei salari dei giocatori, a parità di partite giocate, abbia creato pressioni finanziarie che potrebbero influire sulle dinamiche competitive dello sport".
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