Alla fine dell'agosto scorso, dopo 10 lunghi mesi di squalifica, Sandro Tonali ha fatto il suo ritorno in campo. Un nuovo inizio, per il centrocampista bresciano, fermato com'è noto per la vicenda delle scommesse.
Dopo il rientro con il Newcastle, anche quello con la Nazionale Italiana, con due convincenti prestazioni sfoderate contro Francia e Israele. Adesso è il momento di recuperare il tempo perduto, e il classe 2000 vuole gettarsi il passato alle spalle e ripartire di slancio, senza però dimenticare ciò che è successo e tutti coloro che in questi mesi gli sono stati vicini.
In un'intervista rilasciata a Sky Sports UK, Tonali ha affrontato il periodo più difficile della sua vita calcistica.
Tonali, il buio e la rinascita
"Prima dell'errore avevo due vite, perché ero molto chiuso in me stesso e non parlavo mai con le persone, anche in campo di allenamento, anche con lo staff”, ha esordito Tonali nella sua intervista, spiegando come adesso le cose siano radicalmente cambiate: "Ora è totalmente diverso. Ogni giorno è diverso, soprattutto con lo staff e i miei compagni di squadra, perché è normale parlare ogni giorno, è normale avere un rapporto. Quando vengo al campo di allenamento, ora sono la stessa persona; con il direttore sportivo, con lo staff, con i miei compagni di squadra".
Il Tonali pre-squalifica era totalmente diverso: “Prima di questi 10 mesi, prima dell'ultimo anno, non so, ero un'altra persona. Ero due persone diverse nella mia vita e nel calcio. E ora sono una sola persona, una sola. Quando parlo con il mister, sono Sandro. Quando gioco, sono Sandro. Quando torno in Italia, sono Sandro. Questo l'ho capito nell'ultimo anno e in questi 10 mesi".
Sul club e i compagni: "Mi sono mancati gli ultimi 10 mesi. Mi mancava il calcio, mi mancava lo stadio, tutte le emozioni in campo. Ma ora sono tornato e sono tornato, credo, molto bene. Ho parlato con la squadra e con il direttore sportivo. Il direttore generale era contento. Ho capito il mio errore”.
Compagni che gli sono stati molto vicini, qualcuno più degli altri: “Bruno (Guimaraes, ndr) e Joelinton mi hanno sostenuto ogni giorno durante l'interdizione. Insieme anche a Trippier e al capitano Jamaal (Lascelles ndr), questi quattro, per me, sono stati forse i migliori giocatori a sostenermi. Ma tutti i giocatori e tutta la squadra...è stata una sorpresa per me, perché ero un giocatore nuovo. Ero qui solo da due mesi. Ma ogni persona in città, da chi lavora a Newcastle, a tutte le persone che vivono qui, mi sostengono e mi aiutano".
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