Una nuova avventura partendo dal passato. Daniele Orsato, che come arbitro si è ufficialmente ritirato, ha parlato della sua carriera e di cosa lo attende nei prossimi anni. Di questo e di molto altro ha parlato in un'intervista concessa a La Gazzetta dello Sport.
Orsato sulla finale dell'Europeo e sul suo rapporto con il Var
Si parte da una questione 'spinosa', la mancata designazione per l'ultimo atto di EURO 2024: "È vero che sono furioso con Rosetti per non essere stato designato alla finale dell’Europeo? Non posso essere infuriato con chi mi scelse per una finale di Champions: ha creduto in me. Dispiaciuto certamente sì, ma fa parte dello sport". E poi sul suo rapporto con il Var: "Era la mia “kriptonite”? Ma noo. Ero dispiaciuto nell’andare al Var perché ce l’avevo con me stesso: dovevo andare a vedere qualcosa che mi ero perso. Fra l’altro ho avuto spesso il miglior varista del mondo, Irrati: che posso dire a Irrati? Ma dai… Col Var, poi, non si sbaglia più".
Dopo il ritiro, cosa farà adesso Orsato?
Infine, sul futuro e sua una possibile chiamata dall'Aia: "Aspetto da un po’ e aspetterò: sono a disposizione totale. Ho formulato una proposta a livello tecnico. Non politico. Tecnico: perché è alla tecnica che bisogna tornare. Detta in soldoni: sono qui e sfruttatemi pure. Quale sarebbe la mia proposta? Insegnare. Portare gli attuali arbitri a livelli alti. Spiegare loro, assieme a Rocchi, e chi con noi, come si gestisce un Real Madrid-City o una gara mondiale. Come la si prepara. Per gli internazionali e chi lo diventerà. Una sorta di Master, ma istituzionalizzato. L’importante è che vengano scisse la parte politica e la parte tecnica".
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