Amnesty International ha denunciato pubblicamente la decisione della Lega Serie A di aver organizzato la Supercoppa Italiana in Arabia Saudita, paese che mina le libertà individuali e i diritti delle persone.
La denuncia di Amnesty alla Supercoppa
Ieri è partita la Supercoppa Italiana in Arabia Saudita in formato final four. Il primo incontro, tra Napoli e Fiorentina, è finito 3-0 per la squadra di Mazzarri davanti a un pubblico scarno e disinteressato.
L'organizzazione umanitaria Amnesty International ha colto l'occasione per denunciare ancora una volta il fatto che la Lega Serie A abbia deciso di organizzare l'evento a Riyadh, in un paese che notoriamente reprime le libertà e i diritti delle persone che ci vivono.
Amnesty sottolinea poi come la Supercoppa sia un'opportunità per i sauditi di fare greenwashing e falsa pubblicità.
Figuraccia del calcio italiano
Le stesse accuse sono state mosse ovviamente anche a La Liga, visto che anche la Supercoppa spagnola si è giocata in Arabia.
Ma la differenza tra le partite spagnole e quelle italiane è sugli spalti: ad assistere a Napoli-Fiorentina c'erano poco più di 9000 spettatori, annoiati e probabilmente pagati per far presenza (unico momento di luce lo striscione a fine partita).
Una figuraccia per il calcio italiano, che dimostra agli occhi di tutti lo scarso appeal delle nostre squadre all'estero.
Si capiscono le motivazioni (ovvero i soldi) per cui ciò è stato fatto, ma quando ogni tifoseria ha manifestato il proprio disaccordo, e di conseguenza anche la propria assenza, viene doveroso pensare se non valeva proprio la pena di fare gli incontri in Italia.
Ma per riprendere le parole della Curva Fiesole: "Non è una presa di posizione ma solo senso della ragone."