Buffon si racconta tra trionfi e delusioni. E quel "bidone dell'immondizia al posto del cuore..."

calcio italiano20/09/2023 • 13:28
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Una lunga intervista ai microfoni di Radio Serie A con Rds per ripercorrere una fantastica carriera, ricca di successi ma anche di delusioni. Gianluigi Buffon si è raccontato con la sua proverbiale sincerità parlando del passato e del presente, con un occhio sempre proiettato al futuro.

 

"Sul campo è stato un viaggio leggero, ho fatto una cosa che ho sempre reputato un gioco, un modo per mettere in mostra la mia arte. A volte anche sbagliando e sopravvalutandomi, ma mi sono sempre ritenuto un artista, per ciò che mettevo in campo, nel rapporto con gli altri, nello spogliatoio". C'è tutto Gigi Buffon nell'apertura dell'intervista rilasciata a Radio Serie A. Una lunga chiacchierata tra Nazionale, aneddoti, trionfi e cocenti delusioni.

L'esperienza al Psg

“A fine aprile è arrivata la chiamata del Psg, rifiutare sarebbe stata dura. Non ero mai stato all’estero, mi sentivo in forma e giocavo ancora ad un livello stratosferico. È servito anche ad accrescere a livello umano”.

Gli errori

“Ho imparato tanto dai miei errori. Il mio sbaglio più grande è dovuto dall’esuberanza che da giovane ha fatto eccedere in tante cose. Ho rischiato di non piacere al pubblico, visto che a 17 anni ero già una persona nota. Ad ogni modo, più o meno, rifarei tutto”. 

L'addio al calcio giocato

“Il momento esatto è stato a Cagliari nelle finali playoff. Ho scelto di smettere in campo durante una partita per un piccolo infortunio, l’ennesimo al polpaccio, e ho deciso di dire basta. Il mio corpo stava faticando. Ho rifiutato anche l’Arabia Saudita, l’unica motivazione per andare avanti sarebbe stato portare in Serie A il Parma con la sua gente. Ho scelto di rimanere coerente e di non deluderli”. 

Il nuovo ruolo in Nazionale

“Ho scelto la Nazionale perché era un ambiente che conoscevo bene e anche per le due mancante partecipazioni di fila al mondiale. Mi ha incentivato. Ma non è stato l’unico motivo, è un lavoro part-time che mi ha permesso di passare del tempo anche con la mia famiglia”. 

Allenatori

“Lippi è stato il miglior allenatore che potevamo avere al mondiale. Non mi piace fare confronti perché ho avuto una carriera talmente bella che ci sono stati tanti allenatori di primo livello”. 

Delusioni azzurre

“L’eliminazione contro la Svezia per me è stata una doppia delusione. Avrei potuto coronare un sogno non da poco, sarei diventato l’unico giocatore che avrebbe potuto fare il sesto mondiale. E poi anche per l’Italia intera, per il movimento. Ci sono gli appassionati che dicono 'Cavolo mio figlio ha 12 anni e non ha mai visto l’Italia ai mondiali'. Ma anche quelli più adulti che avrebbero voluto vedere la Nazionale alla Coppa del Mondo, ma non ci sono riusciti. Da li ho imparato a non mollare mai, e ho visto come un atleta come me, alla mia età, avrebbe potuto partecipare al sesto o al settimo mondiale”. 

Spalletti ct

“Mi ha colpito tanto il suo grado di professionalità. Luciano e il suo staff stanno dalle 10 alle 12 per cercare video per preparare le partite con del contenuto tattico tecnico per alzare il livello di attenzione durante le partite. In più ha delle letture psicologiche dove riesce a cogliere ogni piccola sfumatura e questo vale molto per cercare di far crescere i ragazzi”. 

La Champions, un trofeo mai messo in bacheca

“La Champions non è un rimpianto. Mi ha sempre dato stimoli per continuare. Sarebbe stato bello vincerla all’ultimo anno per coronare la carriera. Non so se mi sarei ritirato in quel contesto, avrei provato a vincere l’intercontinentale”. 

Quella storica frase a Madrid

“La frase del bidone dell’immondizia al posto del cuore nel post partita contro il Real, non la ridirei. Ma li ho fatto una cosa istintiva, era giusto farlo. Non so come mai mi sia venuto in mente il bidone, ma l’ho letto in un libro e in quel momento è mi è passato per la testa”. 

Calcio e depressione

“La depressione come ogni tipo di problematica ti deve a portare a parlare con gli altri perché non è qualcosa che si trasmette. Parlarne ti aiuta ad esternare ciò che hai dentro. Bisogna cercare di solleccitare il cervello e la fantasia. Il cervello determina la qualità e la bellezza della nostra vita e dunque bisogna sempre pensare positivo. Se sono una persona felice vuol dire che il mio percorso è quello giusto”.

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