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Il meraviglioso addio al calcio di Criscito: quando il destino ti regala la giusta fine

Mimmo Criscito ha giocato ieri la sua ultima partita tra i professionisti. È entrato al termine di Genoa-Bari e il destino gli ha regalato il degno saluto davanti ai propri tifosi.
calcio italiano20/05/2023 • 09:48
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Criscito

Criscito si ritira


 Il Genoa saluta il proprio pubblico nella partita contro il Bari. Dopo un'ottima stagione, il Grifone è tornato in Seria A alla guida di Gilardino, ma una grossa mano l'ha data Mimmo Criscito.

 Lo storico capitano del Genoa è tornato a gennaio per aiutare la squadra direttamente da Toronto, non resistendo alla chiamata di casa.

 È arrivato e su 19 partite ne ha giocate 15. Solo un infortunio gli ha fatto saltare le ultime, ma ieri semplicemente non poteva mancare, perché ieri era la sua ultima possibilità di salutare Marassi da calciatore.

 Dal 2003 al 2023, 290 partite giocate con la maglia rossoblu e con il Grifone sul cuore. Sembra solo giusto che Gilardino lo abbia mandato in campo al 92' per prendersi l'applauso del suo popolo.

 Il rigore del destino


 Ma il destino ha pensato che Criscito si meritasse molto più di un semplice applauso. Con il risultato sul 3-3, nessuna delle due squadre intende attaccare più di tanto, ma ecco che il Genoa, appena un minuto dopo l'ingresso del suo capitano, conquista un calcio di rigore.

 E sul dischetto si presenta ovviamente lui, che la scorsa stagione fallì il rigore nel derby della Lanterna e vide il suo Genoa sprofondare in Serie B.

 E lui questa volta non può fallire. Senza rincorsa, spiazza il portiere e si prende l'ultima esultanza del suo pubblico. 4-3 e un rigore per salutare e per dimenticare.

 La lettera d'amore


 A fine partita Criscito legge una lettera d'addio, una lettera d'amore, ai suoi tifosi: "Grazie Genoa. Lungo il percorso ci siamo salutati e riabbracciati per 5 volte: ogni volta che ci siamo riabbracciati è stato bello come la prima. Tutte le volte in cui ho indossato questa maglia ho dato tutto me stesso, con amore e con sudore.

 Chiudere la carriera con una promozione in Serie A è sicuramente il modo migliore per salutarvi con orgoglio ed emozione. Farlo nella squadra del mio cuore era quello che volevo da sempre. Quel 7 giugno 2003, quando ho indossato la maglia rossoblu per la prima volta, al Ferraris si respirava un’atmosfera da Champions League. La stessa che ho respirato a Odense, quando segnai di fronte a migliaia di tifosi arrivati fino in Danimarca. E in tutte le altre 289 volte in cui l’ho indossata, incluso oggi.

 Grazie a voi tifosi: siete l’anima bella del calcio. Mi avete accolto che ero un bambino, mi avete visto e fatto crescere. Dalla Russia e dal Canada, in tutti i miei periodi trascorsi lontano da Genova, ho sfidato il fuso orario per guardare le partite del Grifone e soffrire insieme a voi. Voi, che mi avete preso per mano tutte le volte in cui per questa maglia ho lottato, nella buona e nella cattiva sorte, sulla fascia o dal dischetto. Con la Juventus, in un derby… alla fine tutto torna. Il primo passo verso il pallone, uno sguardo alla Nord, poi calciare senza paura. Del resto “non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore.

 Caro calcio, tutto torna. Anche i ricordi. Mi basteranno quelli a farmi ripensare a quanto sia stato fortunato ad aver trascorso questa parte di vita immerso tra i colori più belli del mondo. Il rosso e il blu. Rosso come la passione dei tifosi, blu come le onde del mare. Caro calcio, ti amo. Caro Genoa, ti amo."

 

Ferrante Ruspoli
Tags :SERIE B

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