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De Maio: "Fui a un passo dal Milan. Gasp un maestro. Ecco cosa non funzionò alla Fiorentina"

La redazione di Chiamarsi Bomber ha intervistato in esclusiva Sebastien De Maio, ex difensore centrale di Genoa, Bologna, Udinese e attualmente in forza al Mantova in Serie BKT.
calcio italiano18/12/2024 • 10:14
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Qualche anno fa Sebastien De Maio era considerato tra i migliori difensori della Serie A, ma non è mai riuscito a giocare in una big, eccezion fatta per la Fiorentina dove però le cose non sono andate al meglio. Ora al Mantova in Serie BKT sta vivendo una seconda giovinezza e nelle ultime gare è stato spesso schierato titolare da mister Possanzini. Lo abbiamo intervistato in esclusiva per farci raccontare il suo trascorso calcistico tra Brescia, Genoa, Bologna, Fiorentina, Udinese e una brevissima parentesi all'Anderlecht.

Ciao Sebastien, tu arrivi in Italia nel Brescia giovanissimo. Ci racconti come l'hai vissuta e come ti sei trovato con Serse Cosmi?

Sono arrivato a Brescia nel 2006, avevo 18 anni, una vita fa. Quando sono arrivato c'era Mario Somma, Serse è arrivato dopo. Gli inizi sono stati difficili per l'ambientamento perché ero in un nuovo paese, con una lingua nuova ed ero solo, non conoscevo nessuno. Ci sono voluti 6 mesi solo per capire il calcio italiano e iniziare a parlare la lingua. Con Serse ho esordito ma non ho praticamente mai giocato, è stato più che altro un periodo di studio per me. Mi faceva simpatia perché arrivava vestito con la tuta, il cappello e gli occhiali da sole.

Dal 2013 al 2016 le tue migliori stagioni in A con la maglia del Genoa. Raccontaci la tua esperienza in Liguria e come ti sei trovato con Gasperini?

Posso solo parlarne bene, io e la mia famiglia ci siamo trovati benissimo a vivere a Genova. A livello calcistico sono stati 3 anni importanti con Gasperini che è un maestro di calcio, che ti dà tutto per farti crescere e migliorare. Ho dei ricordi bellissimi e quando vedo oggi l'Atalanta a questi livelli penso che anche quel Genoa sarebbe potuto arrivare in alto. D'altronde con lui ci qualificammo in Europa League anche se poi per problemi di licenza Uefa ci andò la Sampdoria. Immagina il disagio che abbiamo provato.

Ma è vero che Gasp è un sergente di ferro?

Non è vero! Sì, fa lavorare tanto per inculcare il suo gioco che richiede un livello fisico al top. Gli allenamenti erano duri ma dopo le difficoltà iniziali ti abitui e ti dà una forza fisica e mentale incredibile. Poi lui è un tipo scherzoso che dà tanta libertà ai giocatori, non entra mai nello spogliatoio. Ha l'etichetta di essere serio ma non è così. Ricordo che dopo una bella partita contro il Chievo ci pagò la cena senza venire al ristorante per farci stare insieme tra compagni di squadra. Esternamente può apparire un sergente di ferro, ma dall'interno è diverso. Ricordo che arrivò a ottobre 2014 e fino a gennaio non avevo mai giocato, mi stava formando, poi all'improvviso mi disse "è arrivato il tuo momento".

Nonostante avessi fatto molto bene a Genova, il club ti cedette all'Anderlecht. Come mai?

Io non volevo andar via anche perché avevo altri 4 anni di contratto. Sarei rimasto a lungo però mi sono ritrovato dentro alcune dinamiche di mercato: il Genoa in quel periodo comprava e vendeva di continuo. Io l'Anderlecht l'avevo rifiutata due volte in estate, però poi sono subentrati dei meccanismi che mi hanno spinto ad accettare. Io ho un sesto senso e non me la sentivo di andar via da Genova però poi alla fine sono contento di essere stato in un grande club come l'Anderlecht, anche se solo per un mese e mezzo (per via degli attentati terroristici che c'erano stati in quel periodo, ndr).

Torni subito in Italia, a Firenze, ma non scocca mai il feeling con la viola. Cosa è successo?

Credo che il motivo sia da ricondurre al fatto che sono stato scelto dal ds Corvino e non dall'allenatore Paulo Sousa che aveva deciso di puntare su altri giocatori. Evidentemente non ero nei suoi piani anche se penso di aver fatto bene quando ho giocato.

Secondo rumors di mercato nel 2017 Gasperini ti chiama per raggiungerlo all'Atalanta. È vero che non hai voluto tradire i tuoi trascorsi bresciani o c'è altro?

Non è vero, non ho rifiutato l'Atalanta, le cose sono andate diversamente. I contatti erano iniziati ancor prima che firmasse Gasperini. Poi il mister mi ha chiamato ma era appena arrivato e la rosa era ampia. Dopo una settimana sono stato venduto all'Anderlecht, quindi non ho avuto tempo di considerare la proposta dell'Atalanta che avrei seriamente valutato perché, con tutto il rispetto per i bresciani, ma per Gasperini sarei andato ovunque. Il suo tipo di gioco è ideale per le mie caratteristiche.

Recentemente c’è stato l’anniversario della scomparsa di Mihajlovic. Che ricordi hai di lui?

Non ho avuto l'onore di conoscerlo di persona perché andai via due giorni prima che arrivasse. Mi spiace molto di questo. A Bologna le cose erano iniziate molto bene, poi arrivò Pippo Inzaghi che fece altre scelte. Volevo giocare e accettai l'offerta dell'Udinese. Però ricordo che da Costa mi aveva consigliato di aspettare, l'avessi fatto mi sarei trovato con Mihajlovic che poi ha fatto benissimo.

Come ti sei trovato a Udine e con Igor Tudor?

L'Udinese è una delle migliori società in cui ho giocato a livello di organizzazione, di visione, di cura del giocatore. Non ti fa mancare niente, cura ogni particolare e si merita di diventare grande come l'Atalanta. Tudor è un gigante buono, è bravo a far ridere i giocatori nello spogliatoio. Con noi non era ancora un sergente, secondo me è cambiato a Verona. Mi ricordo che dovevamo giocare contro il Brescia e lui era andato a vedere una partita: ci disse che eravamo superiori e l'avremmo vinta 3 a 0. Poi il sabato prima della partita cambiò idea e disse che avremmo perso. Era sempre scherzoso, era bravo ad abbassare la tensione. Mi è dispiaciuto quando l'hanno mandato via ma ricordo che lui disse "ci vediamo a marzo", convinto che sarebbe stato richiamato e fece ridere tutto lo spogliatoio.

Negli anni sei stato accostato a diversi club come Milan, Inter, Lazio e Napoli. Confermi o erano solo rumors di mercato?

La squadra a cui sono stato davvero vicinissimo è stato il Milan, ero praticamente a un passo. A Gennaio 2016 si fece male Alex e il mio procuratore era stato contattato da Galliani ma bisognava aspettare l'esito degli accertamenti. Alla fine si trattava solo di una distorsione e non se ne fece più nulla. Sono cose della vita, evidentemente non era il momento giusto.

Ora giochi nel Mantova e nelle ultime giornate sei stato spesso schierato titolare. Come ti senti e che messaggio vuoi mandare ai tifosi?

Mi sento veramente bene fisicamente, nonostante l'età che avanza. Qua si lavora molto bene e poi io sono molto esigente con me stesso, pretendo sempre il massimo. Prometto ai tifosi che rispetterò sempre questi colori e che darò tutto. 

 

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Fabrizio Piepoli
Tags :MILANSERIE ASERIE B

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