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Gagliani (dg Alcione): “Scritto un pezzo di storia, orgogliosi di essere la terza squadra di Milano. Obiettivo? Migliorarsi sempre”

C'è una terza squadra a Milano, ed è l'Alcione che da neopromossa sta ben figurando al suo primo anno tra i professionisti, in Serie C. Abbiamo fatto una chiacchierata con il dg del club Giacomo Gagliani
calcio italiano04/12/2024 • 13:08
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Da questa stagione la città di Milano ha una terza squadra tra i professionisti. Oltre alle celeberrime Milan e Inter infatti, dopo una straordinaria cavalcata, ha ottenuto una storica promozione in Serie C l’Alcione Milano, club meneghino nato a pochi metri dallo Stadio San Siro. 

 

Fondata nel 1952, l’Alcione ha sede e gioca al campo Kennedy di via Olivieri, a poca distanza dall’impianto milanese, e nella sua storia ha avuto una serie di presidenti illustri, tra cui Ernesto Pellegrini (poi diventato presidente dell’Inter) e Carlo Tognoli (in seguito sindaco di Milano). Oggi alla guida del club ci sono Marcello Montini e Giulio Gallazzi, ex capitano della nazionale italiana di football americano.

 

Al suo primo anno tra i pro, l’Alcione sta ben figurando e si trova attualmente in zona playoff ed in piena corsa dunque per un clamoroso “back to back” di promozioni. La crescita del club, un’istituzione a Milano per quanto riguarda il mondo del calcio giovanile, sta suscitando curiosità e grande interesse. Per saperne di più la redazione di Chiamarsi Bomber ha fatto una chiacchierata con il direttore generale Giacomo Gagliani, il quale ha risposto ad alcune nostre domande. 

C’è un crescente interesse nei confronti dell’Alcione, da parte di tifosi, stampa e anche sponsor. Cosa significa essere la terza squadra di Milano? 

“È sicuramente un vanto, qualcosa di molto importante. Milano per noi è importantissima, al punto che è inserita anche nel nome della squadra, che si chiama appunto Alcione Milano. Una città come la nostra ci aiuta di sicuro a livello di visibilità, e ci rende molto orgogliosi essere a ragione considerati la terza squadra di Milano, visto che mai prima di oggi c’erano state contemporaneamente tre squadre professionistiche con sede in città. Chiaramente Inter e Milan sono due mostri sacri, però anche noi abbiamo contribuito a scrivere un pezzo della storia calcistica della città”.

I social sono sempre più centrali per la comunicazione dei club. Voi quanta importanza date a questo aspetto e come li utilizzate?

“Per noi sono molto importanti, sono il primo canale di comunicazione del club nei confronti dei tifosi e del mondo esterno. Attualmente abbiamo tre persone che lavorano sui canali social della società. Da un lato cerchiamo di fare comunicazione, per così dire, istituzionale, con cronaca delle partite, interviste ecc, dall’altro creiamo una serie di contenuti che hanno come obiettivo raccontare l’Alcione in diversi ambiti per far conoscere sempre di più il club a tifosi e amanti del calcio in generale. In definitiva sono un canale a cui guardiamo con particolare attenzione che cerchiamo di riempire ogni settimana con contenuti diversificati”.

Siete in piena zona playoff ma avete avuto un andamento un po’ altalenante: cosa vi manca per trovare continuità?

“Non direi che non abbiamo continuità. Il lavoro di mister Cusatis e dello staff tecnico, oltre che quello del direttore sportivo Mavilla, è stato finora svolto egregiamente. Chiaro che essendo il primo anno nei professionisti ci aspettavamo che ci fosse bisogno di un periodo di adattamento alla categoria, che tra l’altro è stato rapidissimo al punto che oggi siamo la quinta forza del campionato alle spalle di compagini che fanno questa categoria da diversi anni. Per l’Alcione è il primo anno tra i pro, tutte le partite sono state giocate molto bene. In Serie C ogni partita è difficile, ma quello che rimane è l’impegno di tutti, dallo staff tecnico a chi lavora in segreteria. Un impegno che permette alla squadra di avere la serenità necessaria per trovarsi lì in alto, un risultato importante in questa prima stagione tra i pro”.

Con l’Alcione sono cresciuti giocatori, solo per citarne un paio, come Caracciolo e Rovella: ci sono altri prospetti pronti per i grandi palcoscenici?

“Non farei dei nomi in particolare, ma di sicuro il settore giovanile è un ambito in cui la società investe parecchio, con l’obiettivo di riuscire a portare ogni anno in prima squadra sempre più giocatori prodotti dal vivaio. Il club crede molto nel settore giovanile, che oggi ha come direttore sportivo Riccardo Bellotti: c’è massima attenzione su questo aspetto”.

Qual è l’obiettivo a breve e lungo termine? La Serie A è solo un sogno o qualcosa di concreto?

“È decisamente presto per parlare di Serie A (ride ndr), nel senso che noi cerchiamo ogni anno di migliorarci e fare meglio dell’anno precedente. L’obiettivo è migliorarsi in maniera costante, questo è l’input della presidenza. Non mi avventurerei a parlare di Serie A, è il nostro primo anno tra i professionisti e al momento è un qualcosa di molto lontano. Di sicuro c’è la voglia di fare molto bene e diventare una realtà importante per raggiungere grandi traguardi come fatto finora. Per quest’anno l’obiettivo è fare un campionato di alto profilo, poi se arrivassero i playoff ben venga. Ci giocheremo le nostre carte: oggi siamo nei playoff, sarebbe fantastico riuscire a terminare il campionato in questa posizione”.

 

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Giulio Piras
Tags :SOCIAL NETWORK

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