Nella mitologia greca le Pleiadi venivano trasformate dagli Dei in stelle per permettere al mondo intero di goderne la loro bellezza in eterno. Nel calcio italiano, nei primi anni 2000, le 7 sorelle erano Juve, Milan, Inter, Lazio, Roma, Fiorentina e Parma. Squadre fortissime che primeggiavano in Europa e che rendevano il nostro campionato il più ammirato e invidiato al mondo. Tempi in cui non c'erano gli sceicchi e i petroldollari a comandare il calcio, ma imprenditori tifosi disposti a tutto pur di portare in alto la loro squadra del cuore.
Dopo aver vissuto per un decennio il Medioevo del calcio italiano, monopolizzato principalmente da Inter e Juventus, con le altre squadre a contendersi le briciole, qualcosa è cambiato due anni fa quando il Napoli ha vinto sorprendentemente lo scudetto. "Masaniello è crisciuto, Masaniello è turnato" dando vita a una nuova rivoluzione del nostro calcio.
Le underdogs hanno iniziato a crederci e ad investire, ma soprattutto a osare di più. In questo primo scorcio di campionato stiamo assistendo a uno scontro generazionale e concettuale: maestri di calcio come Gasperini e Baroni che si scontrano con giovani sovversivi come Thiago Motta e Palladino. Nel mezzo il sergente Conte, lo stratega Inzaghi e l'idealista Fonseca. E poi la rinascita di Kean, Pedro e De Gea, le esplosioni di Cambiaso e Retegui, le sorprese Nuno Tavares e David Neres, il talento cristallino di Lookman, Yildiz e quello Loco di Leao. Ammettiamolo era da tanto che non assistevamo a un campionato così bello e avvincente. E chissà che alla fine, tra le 7 sorelle a vincere non sia proprio una Dea...
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