Nicolò Barella è pronto a riprendersi l'Inter: il centrocampista classe '97 è rimasto ai box per circa tre settimane a causa dell'infortunio rimediato nel derby contro il Milan, che lo ha costretto a saltare le sfide contro Udinese, Stella Rossa e Torino. Quindi, smaltito quasi completamente il problema alla coscia, l'ex Cagliari dovrebbe tornare in campo dal 1' nel match contro la Roma, in programma domenica alle 20.45 all'Olimpico. Nell'intervista rilasciata al podcast di Matteo Caccia, in uscita il 17 ottobre su Radio 24, Barella si è raccontato rivelando, inoltre, il momento più complesso vissuto in nerazzurro.
Barella: "Nell'anno dello scudetto mi sono sentito solo"
"Nell'anno dello scudetto mi sono sentito solo - ha riferito il centrocampista nerazzurro - quando tutti mi criticavano dicendo che non ero il solito Barella. Io preferisco essere antipatico che simpatico vendendo un'immagine in una maniera non vera".
"So cosa vuol dire perdere"
"Il mio rapporto con la sconfitta? Ho perso la finale degli Europei Under 19 - ha proseguito Barella - sono stato costretto a saltare un Mondiale con le giovanili della Nazionale perché mi sono rotto una mano e i miei compagni sono arrivati terzi. Sono retrocesso con il Cagliari, ho perso una finale di Europa League e una di Champions, so cosa vuol dire perdere. Dall'altra parte, però, ho vinto scudetti, supercoppa, Coppa Italia: è più facile spiegare cosa vuol dire vincere perché vedi che sto esplodendo di gioia. Non sai cosa può comportare una sconfitta, magari una brutta estate come è successo a me. Ti porta chiederti <<Giocherò ancora una finale di Champions?>>. Non mi piace perdere, avrei voluto vincere tutte le finali ma questo è uno stimolo per riprovarci l'anno successivo":
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