Un esonero preventivabile, ma improvviso. Logico, ma anche inaspettato. Il licenziamento di Thiago Motta è arrivato come un fulmine a ciel sereno, nonostante un rendimento della squadra non all'altezza e le insistenti voci sul suo possibile successore che si ricorrevano ormai da diverse settimane. Perché è vero che la Juve era in crisi di risultati, ma le parole di Giuntoli dopo la sconfitta di Firenze sembravano ribadire la fiducia al tecnico. E invece no, la società ha deciso di cambiare poco dopo. Sono ormai passati quattro giorni dall'annuncio ufficiale del club, che ha dato l'addio a Motta e accolto Igor Tudor al suo posto, eppure continuano a emergere notizie e retroscena riguardanti l'ormai ex allenatore bianconero. Come quello svelato da Sandro Sabatini al podcast Calcio Selvaggio.
Sabatini: "Vi svelo un retroscena tra Thiago Motta e Yildiz. Ecco perché è finito in basso nelle gerarchie"
Il giornalista ha raccontato il rapporto di Thiago Motta con Yildiz, passato da da essere la stella e il volto della squadra a riserva e giocatore ai margini nelle ultime partite. Una decisione sorprendente, per molti incomprensibile. Per Sabatini, invece, ha una spiegazione precisa: "Di Yildiz possiamo svelare un retroscena. A un certo punto evapora nelle gerarchie di Thiago Motta. Perché? Lui, che è un ragazzo giovane, si è trovato sballottato a destra e a sinistra e in un paio di frangenti, in allenamento, Thiago Motta gli ha detto: «Ma chi ti credi di essere!? Non sei mica Messi»".
Sabatini: "Quando Yildiz aveva l'influenza, Thiago l'ha fatto giocare; quando stava bene..."
Non solo. Nel corso del podcast, Sabatini ha approfondito la questione Yildiz, riavvolgendo il nastro a livello temporale: "Secondo me dare la 10 di Del Piero a Yildiz è stata una scelta un po’ precoce. Anche perché così si sono create delle pressioni e delle aspettative molto elevate. L’allenatore sarà stato d’accordo? Penso proprio di sì. Come mai Yildiz smette di essere un giocatore da numero 10 e finisce in basso nelle gerarchie? Sinceramente, non si spiega. Poi l’ha fatto giocare quando aveva l’influenza, l’ha tenuto fuori quando stava bene…".
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