Dejan Kulusevski, neo vincitore del Pallone d’Oro svedese 2022, ha ripercorso le tappe della sua carriera in un’intervista ai microfoni di Aftonbladet. Il 22enne ha parlato della Juventus, in particolare di quanto sia stata difficile la sua esperienza in bianconero, ma ha anche parlato di Tottenham e di Conte.
Kulusevski: “Juve? Ero nel posto sbagliato”
Lo svedese è arrivato a Torino nell’estate del 2020 dal Parma, ma l’esperienza con la Vecchia Signora non è andata come sperato: “Il mio periodo alla Juventus è stato molto, molto duro. Ne sono uscito più forte. Nella seconda stagione ho iniziato a dubitare di me stesso, pensando di non essere così bravo come credessi. È la cosa peggiore che possa capitare a un calciatore. Quindi ho iniziato a dubitare di tutte le decisioni prese sul campo”.
La seconda stagione all’Allianz Stadium è stata la più difficile e il 22enne è felice di aver abbandonato Torino: “In quel periodo mi sentivo come se fossi nel posto sbagliato. Sono molto felice di esserne uscito, ora sono molto più forte e ho avuto una buona stagione in Premier League, che è sempre stato il mio sogno. Era lì che volevo giocare”.
Kulusevski: “Ora sono in un posto fantastico”
Al Tottenham è tutta un’altra storia e Kulusevski è molto felice: “In Premier League è tutto molto più veloce, io avevo giocato male alla Juve, non sapevo cosa avrei fatto. Per fortuna sono arrivato in una società che sapeva chi ero, con un allenatore che mi aveva voluto un paio di anni prima e un direttore sportivo che mi aveva comprato alla Juventus. Sapevano di cosa ero capace. Ora sono in posto fantastico, dentro e fuori dal campo. Ci saranno anche momenti brutti, ma le cose vanno bene nel club e anche in nazionale. Adesso, invece di avere dubbi quando gioco, so che quello che sto facendo è la cosa giusta“.
Il 22enne di Stoccolma parla infine di Antonio Conte. Kulusevski ammette di ammirare parecchio il tecnico: “È molto severo, ha molte regole. Allo stesso tempo, è molto gentile, gli importa davvero della persona dietro il giocatore. Si prende cura di tutti sul campo di allenamento, compresi i giovani. Ci sono degli allenatori non allenano nemmeno la squadra, ma lasciano che se ne occupino gli assistenti, lui è lì con ognuno e dà tutto ciò che ha ogni giorno. Lo ammiro”.