Nella mitologia greca la hybris veniva sempre punita dagli dei e puntualmente accade anche nel calcio quando l'informazione confonde la sana critica giornalistica con un cieco accanimento mediatico in cerca del clic o della views facile.
Ed ecco quindi che due dei migliori attaccanti del nostro campionato diventano di colpo dei brocchi. "Lautaro non ha più fame, il pallone d'oro gli ha dato alla testa", critiche da bar dello sport, riportate anche da alcune testate. Poi puntuale arriva la dea Tiche (per rimare in tema), soprattutto in occasione del primo gol del capitano nerazzurro, che riporta le cose allo stato naturale. Il Toro contro un'avversaria tutt'altro che facile come l'Udinese ritrova la prima rete (e doppietta) stagionale provocando un gran mal di testa a Bijol (attenzionato proprio dall'Inter per il prossimo mercato).
Dalla "Pazza" alla "Vecchia Signora", il discorso non cambia per Vlahovic che segna una doppietta al Genoa e mima il gesto delle "chiacchiere". Nessuna rottura con la Juve, nessun mal di pancia dovuto al rinnovo, Dusan c'è e spezza la maledizione del Marassi che durava da 4 anni (dal famoso "Donde vas Perin?" di CR7).
In questa lode ai numeri 9 come non citare Alvaro Morata, che ha cambiato look e ha ripreso a segnare. Al di là del gol, il suo carisma e la sua personalità in campo cambiano il volto del Milan che non a caso ne ha vinte 3 su 3 da quando è tornato. Alla faccia di chi parlava di "attaccante bollito".
Menzione speciale per un "numero 9" che la stampa snobba regolarmente ma che continua a segnare in ogni partita e su ogni campo: Boulaye Dia che alla Lazio sembra aver messo la testa a posto ed è al settimo centro stagionale in 7 partite. Dopo King Ciro, le aquile ora hanno re Memnone a comandare l'attacco.
La rivincita dei numeri 9 è appena iniziata...
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