Lautaro Martinez è stato il protagonista del Matchday Program di Inter-Torino, prima partita nerazzurra dopo la matematica certezza del ventesimo Scudetto. L'attaccante argentino si è raccontato partendo dalle origini ed arrivando all'ultima guioia raggiunta con la maglia nerazzurra.
A tutto Lautaro
"Fin da bambino ho affrontato ogni sfida con l’obiettivo di crescere, sono andato via di casa a 15/16 anni inseguendo un sogno e passo dopo passo ho raggiunto tanti traguardi che avevo sempre desiderato". Inizia così il lungo racconto di Lautaro Martinez, che poi prosegue: "Ogni tappa e ogni inizio è stato prezioso: il primo gol al Racing, il primo in Nazionale, il primo all’Inter... Da quando sono arrivato a Milano ho trovato gente che mi ha voluto bene e che mi ha aiutato e tifosi che ci hanno sostenuto in ogni luogo con la stessa forza".
L'idolo e il soprannome
"Da piccolo mi piaceva studiare matematica e biologia, mi piacevano i numeri e tutto quello che raccontava la vita. Il calcio c’è sempre stato, fin dalle origini, l’idolo era Radamel Falcao, un attaccante che mi ha ispirato per la sua maniera di vivere e giocare. Il soprannome "Toro" invece me lo sono guadagnato al Racing, me lo hanno dato due compagni quando sono arrivato, dicevano che calciavo forte, che avevo tanta potenza e che era difficile fermarmi, il “Toro” è nato da lì".