L’inizio di stagione della Serie BKT continua a regalare grandi emozioni, e anche questo weekend è stato possibile assistere a partite al cardiopalma, alcune delle quali decise solo negli ultimi minuti.
E mentre in alto il Pisa di Pippo Inzaghi si conferma in vetta grazie alla vittoria interna contro il Brescia, tallonato da vicino dallo Spezia dei fratelli Esposito e dal Sassuolo in cui è tornato al gol Laurienté, nelle zone basse si rialza la Sampdoria alla prima vittoria stagionale e precipita il Frosinone sconfitto a domicilio dal Bari con un netto 3-0.
Una partita, quella dello Stirpe, in cui l'equilibrio è regnato sovrano per tutta la prima frazione di gioco, almeno fino al minuto 46’ quando ci ha pensato Mattia Maita a sbloccare e a mettere in discesa il match per i Galletti con un destro imprendibile scagliato dopo aver raccolto una respinta della difesa dei ciociari sugli sviluppi di un corner.
Una gol che serve al classe ‘94 per scacciare gli spettri di un’estate piuttosto agitata, quando la sua avventura in Puglia sembrava vicinissima ai titoli di coda. A dire il vero quella vissuta dal centrocampista nei mesi scorsi non è stata l’unica situazione particolare della sua carriera: nel 2014 infatti, ai tempi in cui militava nella Reggina, fu protagonista suo malgrado di un episodio surreale e mai chiarito fino in fondo.
La lite con il compagno e con il presidente Foti
Quanto accadde il 22 novembre del 2014 dopo Ischia Isola Verde-Reggina, è una di quelle vicende di cui i protagonisti evitano di parlare, probabilmente per non riaprire vecchie ferite o vecchi rancori. Al termine di quella partita tra Maita e un compagno di squadra, Gaetano Ungaro, scoppiò un furioso litigio negli spogliatoi. Erano presenti alcuni altri giocatori della Reggina e il presidente della squadra, Pasquale Foti. Quest'ultimo, suocero di Ungaro, intervenne, secondo quanto riportato dal verbale del Tribunale Federale, afferrando per il collo Maita e pronunciando la frase "Io ti ammazzo". Foti venne poi allontanato da un altro giocatore della Reggina.
Un caso arrivato fino al Tribunale Federale Nazionale, che ad aprile dell’anno successivo chiuse la questione comminando due giornate di squalifica a Ungaro e appena 500 euro di ammenda alla Reggina, prosciogliendo invece il presidente Foti, deferito anche lui per essere entrato nella "contesa" tra i due calciatori. Inutile dire che l’esperienza a Reggio di Maita si chiuse lì, con il classe ‘94 che passò poi al Catanzaro, dove rimase per 5 stagioni prima di finire nel gennaio 2020 ad un Bari due anni prima ripartito dalla Serie D dopo il fallimento.
Colonna, esubero e risorsa ritrovata: la parabola barese di Maita
Dal giorno della firma con il Bari, Maita ne è diventato perno fondamentale. Almeno fino all’estate appena passata, quando la sua esperienza nel capoluogo pugliese sembrava prossima alla fine, causa la tentazione di un nuovo progetto tecnico, l'interesse di altri blasonati club della Serie BKT e le prestazioni tutt’altro che esaltanti nelle prime uscite stagionali.
Alla fine il calciomercato si è chiuso, ed il centrocampista è rimasto con i Galletti ritrovando prima la titolarità a Genova contro la Sampdoria, confermandosi poi con un’ottima prova nella gara contro il Mantova, e raggiungendo l'apice con la conclusione dalla distanza che ha sbloccato la gara dello Stirpe e messo in discesa la strada che ha poi portato il Bari al colpo esterno a Frosinone. Un gol per scacciare tutto il chiacchiericcio estivo, e anche quelle vecchie storie di cui forse si è parlato troppo, e senza criterio.
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