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Mourinho al miele sull'Inter: "Se avessi rivisto San Siro, non avrei firmato con il Real"

José Mourinho è tornato a parlare del suo tanto discusso addio in fretta e furia all'Inter dopo il Triplete del 2010
calcio italiano26/04/2025 • 09:38
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D. Milito
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Dopo alcuni anni di difficoltà, nelle ultime stagioni l'Inter è tornata ad essere una delle squadre più competitive in Italia ed in Europa. I nerazzurri hanno trovato una quadra con Simone Inzaghi in panchina, e quest'anno lottano per la vittoria del campionato di Serie A e per provare a vincere anche la Champions League, che manca dal Triplete del 2010.

 

Ed a proposito di Triplete, è tornato a parlare uno dei protagonisti principali dello stesso: José Mourinho. La carriera dell'allenatore portoghese, dopo aver alzato al cielo tutti i trofei disponibili con l'Inter, non è stata la stessa. Una sorta di declino che è diventato un tracollo, tra esoneri e critiche. Adesso Mourinho è in Turchia, dove allena il Fenerbahce, ma non dimentica certo l'esperienza breve ma intensa sulla panchina dei nerazzurri.

 

Inter, senti Mourinho: "Se avessi rivisto San Siro, non avrei firmato per il Real Madrid"

Intervistato dalla BBC, il portoghese, tra le altre cose, ha parlato anche del famosissimo addio all'Inter dopo la finale di Champions League del 2010. Per chi non dovesse ricordare, dopo aver alzato al cielo il trofeo nella cerimonia di rito al termine della finale, Mourinho non è tornato a festeggiare con la squadra negli spogliatoi, ma è scappato di nascosto.

 

Ad attenderlo, nel parcheggio dello stadio, c'era un auto che lo ha portato in hotel e, la mattina successiva, a firmare come nuovo tecnico del Real Madrid. Un addio che ha fatto male a molto tifosi nerazzurri, specialmente per la modalità. Con il solo Materazzi che è riuscito a salutare il portoghese, intercettandolo poco prima della salita in macchina nei box. 

 

Addio che sarebbe potuto andare diversamente, ma che avrebbe potuto cambiare la storia non solo dell'allenatore, ma anche dell'Inter stessa: "Penso che se fossi salito sull'autobus, se fossi tornato con loro a Milano, se fossi entrato in uno stadio San Siro pieno, se fossi andato al Duomo pieno di gente, credo che non sarei andato al Real Madrid. Penso che l'emozione mi avrebbe impedito di andare. Ma volevo andare. Pensavo che fosse il momento giusto. Dovevo scappare. Marco era lì. Se al posto di Marco ci fosse stato Dejan Stankovic, o Diego Milito o Julio Cesar, sarebbe stata la stessa storia".

 

Ed a proposito di quella edizione, la partita contro il Barcellona resta una delle sue preferite in carriera: "Se potessi scegliere una delle prestazioni più emozionanti della mia squadra nei miei oltre 20 anni di carriera, sceglierei proprio questa. Siamo andati a Barcellona sapendo cosa ci avrebbe aspettati in termini di atmosfera e della straordinaria qualità di quella squadra. Giocare con 10 giocatori a Barcellona ha fatto diventare tutto epico, ci volevano degli eroi, serviva ottenere il meglio da tutti. Penso di essere stato brillante nel modo in cui ho organizzato la squadra. Ci siamo difesi con tutte le nostre forze: con il cuore, con l'anima. Questa è la sconfitta più bella della mia carriera. Abbiamo dato tutto. Abbiamo perso 1-0. Ma siamo arrivati ​​in finale".

 

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