È stato un mese di novembre eccellente, quello di Pietro Iemmello, 32enne attaccante in forza al Catanzaro, club della sua città. Per lui 5 reti messe a segno in 4 partite, tra cui la tripletta rifilata alla Sampdoria, numeri che hanno contribuito alla scalata dei calabresi fino alla zona playoff. Prestazioni che a livello personale gli sono valse il premio di Mvp della Serie BKT per il mese di novembre.
Il premio. ideato dal title sponsor del campionato BKT e riconosciuto ufficialmente dalla Lega B, viene assegnato da una giuria di esperti giornalisti di cui il team di Chiamarsi Bomber ha il piacere di far parte.
Iemmello ha risposto ad alcune nostre domande.
Per te un novembre da incorniciare con 5 gol in 4 partite e Catanzaro in zona playoff anche grazie al tuo contributo. Qual è l’obiettivo di squadra e quale invece il tuo obiettivo personale per questa stagione?
"Sicuramente è stato un novembre importante sia a livello personale che a livello di squadra. A livello personale ho segnato 5 gol che hanno contribuito a portare punti importanti alla squadra, e a livello di squadra abbiamo fatto dei pareggi importanti a cui hanno fatto seguito delle vittorie altrettanto importanti, soprattutto le ultime due. Obiettivi? Noi siamo partiti come l'anno scorso, per salvarci, poi è ovvio che in un campionato come la Serie BKT in cui c'è poca differenza tra la zona playoff e quella playout bisogna sempre stare attenti. Quindi bisogna sempre affrontare ogni partita nel modo migliore per cercare di vincere. Noi stiamo vivendo un trend positivo e dobbiamo continuare così, non ci poniamo limiti sperando di restare più in alto possibile".
Cosa significa per te giocare nella squadra della tua città?
"Per me è un grande orgoglio rappresentare i colori della città in cui sono nato. Da 3 anni ho questa fortuna e ne sono orgoglioso perché stiamo facendo dei campionati importanti, abbiamo vinto un campionato di Serie C, l'anno scorso siamo arrivati in semifinale playoff. Diciamo che il percorso fino ad oggi è stato molto positivo".
Nella tua carriera hai indossato la maglia di tante squadre: a quale, oltre ovviamente il Catanzaro, ti senti più legato?
"Ne ho girate parecchie e ho vissuto delle esperienze formative importanti in quasi tutti i club. Quello a cui sono rimasto più legato però è sicuramente il Foggia per quello che ho fatto all'inizio della mia carriera. Foggia è una piazza che mi ha dato tanto, nonostante poi l'ultimo anno ci sia stata la retrocessione. È comunque una piazza che mi è rimasta nel cuore".
Quanto è stato importante nella tua crescita un allenatore come De Zerbi, che hai avuto sia a Foggia che a Sassuolo? Differenze con Caserta?
"De Zerbi è un allenatore che mi ha dato tanto a livello umano e calcistico. È stato il primo allenatore che mi ha voluto a Foggia, con lui ho condiviso anni bellissimi e anche oggi abbiamo un bellissimo rapporto. Mi ha fatto conoscere un calcio che già all'epoca aveva in testa e che ora sta praticando ad alti livelli in Europa. Paragonandolo a Caserta di sicuro sono due allenatori diversi ma con qualche principio simile. Il mister è arrivato quest'anno e c'è voluto un po' di tempo per amalgamarci, ma adesso pian piano si stanno vedendo i frutti del grande lavoro che c'è stato a partire dal ritiro".
14 maggio 2017, doppietta a San Siro: come ricordi quella giornata per te memorabile?
"Fare due gol a San Siro non capita tutti i giorni, è stata una domenica bellissima. Vincemmo 2-1 con due miei gol in uno stadio pieno di storia e che a me affascina tantissimo. Aver fatto quella doppietta e aver vinto quella partita è un ricordo che rimarrà sempre dentro di me".
Tra le tue tante esperienze anche 5 mesi a Las Palmas, in Spagna: dicci qualcosa di quel periodo
"È stata un'esperienza stupenda. Ci sono state squadre in cui sono stato per uno o due anni e non mi hanno dato quello che invece mi ha dato Las Palmas in 5 mesi. Nonostante abbia vissuto quel periodo in pieno Covid ed era quindi una situazione un po' strana con regole molto rigide, a livello formativo, culturale e calcistico mi ha arricchito tantissimo. Mi ha fatto vedere come la Spagna predica il suo modo di fare il calcio ogni giorno, dalla mattina alla sera. È un'esperienza che mi è rimasta dentro e che di sicuro mi porterò dietro nel mio futuro".
Qual è l’attaccante a cui hai sempre fatto riferimento? Per te adesso chi è il più forte in circolazione?
"Per me c'è stato solo un attaccante, Ronaldo il Fenomeno. Abbinava qualità, tecnica, forza fisica, assist, senso del gol... Per me lui è stato l'attaccante per eccellenza, da bambino era il mio idolo indiscusso. Oggi per come intendo il calcio credo che Lewandowski sia l'attaccante più forte in circolazione, penso che lui sia uno dei migliori".
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