È stato un ottobre con i fiocchi, quello di Nicholas Pierini, 26enne attaccante in forza al Sassuolo. 4 reti messe a segno per il figlio d'arte (suo papà Alessandro ha giocato per anni in Serie A a cavallo tra i '90 e i 2000 arrivando anche in Nazionale), che ha contribuito alla scalata dei neroverdi fino al secondo posto in classifica alle spalle della capolista Pisa. Prestazioni che a livello personale gli sono valse il premio di Mvp della Serie BKT per il mese di ottobre.
Il premio. ideato dal title sponsor del campionato BKT e riconosciuto ufficialmente dalla Lega B, viene assegnato da una giuria di esperti giornalisti di cui il team di Chiamarsi Bomber ha il piacere di far parte.
Pierini ha risposto ad alcune nostre domande.
Un ottobre da incorniciare da 4 presenze e 4 gol, 2 dei quali da subentrato. Cos’è scattato nella tua testa?
"Non è scattato nulla, io penso solo a lavorare e a dare il massimo, e sono felice di aver realizzato questi 4 gol in questo mese. Soprattutto è stato importante per la squadra per fare risultato".
L’obiettivo del Sassuolo è l’immediato ritorno in Serie A. Sentite come un peso il fatto di essere una delle favorite della Serie BKT?
"Io ero qui anche qualche anno fa e so bene come si lavora. Non c'è questo peso, siamo una società, tranquilla, noi siamo tranquilli e sappiamo che possiamo lavorare con serenità e probabilmente questo è anche un punto di forza a nostro favore"
Nella tua carriera sei sempre stato nell’orbita neroverde: quanto è importante sentire la fiducia di una società seria ed ambiziosa come la vostra?
"Avere fiducia in generale per un giocatore è una cosa fondamentale, sia da parte dell'allenatore che della società. Credo sia una cosa bellissima, fondamentale perché ti dà autostima e serenità mentale che ti portano a fare sempre meglio in campo".
Parti come attaccante destro, ruolo che a Sassuolo ha un titolare di un certo peso: quanto è significativo per te allenarti e prendere ispirazione da un giocatore come Berardi?
"In realtà io non sono un attaccante destro (ride ndr), ovviamente posso anche farlo, ma non parto da quel ruolo lì. Diciamo che non ho un ruolo ben definito nel reparto offensivo. Dome (Berardi) io lo conosco da anni, è sempre stato un ragazzo solare, bravissimo, scherzoso, c'è solo da imparare da un campione come lui. Sia per me ma anche per tanti altri compagni che giocano nel reparto offensivo come me, Armand Laurienté, Cristian Volpato eccetera eccetera. Ce lo teniamo stretto".
Parlaci di mister Grosso
"Su di lui posso dire poco, perché sono qua da pochi mesi. L'ho conosciuto pochi mesi fa però da quando sono arrivato si è subito messo a disposizione facendo capire che persona è. Siamo tutti tranquilli e sereni con lui, lavoriamo insieme per cercare di migliorare ogni giorno, facciamo riunioni, video.. Speriamo di proseguire su questa strada".
Papà Alessandro cerca di darti consigli ogni tanto? È un genitore “ingombrante” a livello calcistico?
"Lui è sempre stato un po' critico con me, cerca sempre il pelo nell'uovo per ogni cosa, ma quando deve fare i complimenti me li fa, però anche in quei casi cerca sempre di dirmi 'Questo potevi farlo meglio...'. Per me è uno stimolo in più per crescere, perché non bisogna mai accontentarsi e cercare di migliorare anche nei piccoli dettagli, perché sono quelli che secondo me alla fine fanno la differenza nel calcio".
Qual è il tuo obiettivo personale per questa stagione, anche a livello di numeri?
"Non mi sono posto obiettivi. Io metto sempre al primo posto la squadra, quindi l'obiettivo che ho è insieme ai compagni è quello di ritornare in Serie A. Poi che io arrivi o meno in doppia cifra di gol, quello è secondario".
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