Quando nel 2009 Maurizio Zamparini spese 6.5 milioni di euro per portare a Palermo dall’Argentina questo ventenne longilineo ma dalla grande tecnica in pochi avrebbero scommesso sulla sua esplosione. Eppure Javier Pastore in poco tempo fece innamorare i tifosi rosanero e catturò le attenzioni di tante big del calcio italiano ed europeo. E nel 2011 il Paris Saint Germain fresco di acquisizione da parte di un fondo del Qatar sborsò la bellezza di 43 milioni di euro per portarlo sulle rive della Senna. 7 stagioni a Parigi per il Flaco, 269 presenze e 45 goal, ma un’esperienza caratterizzata dai continui infortuni.
Ecco perchè nell’estate del 2018 il Psg decide di venderlo per circa 25 milioni alla Roma, dove l’argentino però non riuscirà in alcun modo a far apprezzare tutto il suo talento. A distanza di qualche anno, dopo una breve parentesi all’Elche e la firma avvenuta lunedì con il Qatar Sports Club, Pastore è tornato a parlare del suo passato a “Oh my Goal”, confessando che la scelta di lasciare i campioni di Francia per sbarcare a Roma fu decisamente sbagliata.
Il rimpianto di Pastore
Riguardo l’addio al Paris Saint Germain, l’argentino ha rivelato: “È stato difficilissimo, non volevo partire e andare a Roma. Il cuore mi diceva di restare a Parigi ancora cinque anni ma era il momento giusto, non volevo essere ostinato, anche se era complicato. Non era giusto restare, non ero al livello degli altri giocatori del Psg“, ha dichiarato il fantasista con grande sincerità.
Rimpianto
Aver lasciato il Paris Saint Germain rimane per Pastore un grandissimo rimpianto: “Se fossi rimasto sarebbe stata un’avventura fantastica: il sogno di ogni calciatore è quello di poter giocare in una grande squadra, ambiziosa, con campioni straordinari; giocare dodici o quindici anni a Parigi, giocare con Messi e Mbappé, allenarsi con loro e poterlo raccontare ai miei figli. Sarebbe stato il miglior regalo che avrei potuto far loro“.