La sconfitta casalinga contro l'Inter, successiva a quella in Europa League in casa dell'Elfsborg e allo scialbo pareggio in trasferta a Monza, ha fatto precipitare la Roma in una situazione sconfortante. Decima in Serie A, addirittura penultima nel girone unico della seconda coppa europea, la squadra giallorossa appare ora in piena crisi di gioco e di identità.
La scossa cercata dalla proprietà con l'esonero di De Rossi e l'approdo di Juric non è arrivata, e sono in molti ora a chiedersi i motivi di tante scelte dirigenziali. Tra questi c'è Fabio Capello, che in un'intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport ha parlato del difficile momento dei capitolini.
Crisi Roma, Capello contesta (quasi) tutte le scelte del club
La nuova gestione Juric non ha portato la svolta attesa dalla società, che addirittura ora pensa ad un clamoroso ribaltone, ed in casa Roma è già tempo di processi. Nella sua intervista a Gazzetta Capello ha analizzato la situazione dei giallorossi: "L'esonero di De Rossi ha provocato uno shock, quello che era stato costruito con lui è andato perso. Non merita la classifica che ha, ma di certo non si vede ancora una squadra. Dybala è l'unico che ha fatto cose di alto livello. L'ho visto correre, tornare... Un esempio. E non era facile con l'Inter, non a caso la squadra più forte d'Italia".
"Fischi a Cristante e Pellegrini? Anche qui bisogna rifare un discorso a monte e chiedersi perché tu, società, hai fatto firmare un triennale a DDR perché l’hai ritenuto idoneo e dopo 4 gare lo mandi via. Questo aspetto già mi fa venire dei dubbi su certe capacità dirigenziali. La sensazione è di una confusione generale. E i fischi ai singoli sono poi una conseguenza. Cristante e Pellegrini andrebbero sostenuti dai tifosi affinché la squadra diventi importante pure in classifica. Se giocano sempre vuol dire che sono i migliori in organico".
Una cosa che in molti contestano è il fatto che parecchi dei nuovi in campo si siano visti poco o niente: "Forse l’acquisto di Hummels era stato pensato per la squadra che De Rossi stava allenando. Poi è arrivato Juric a campionato in corso e sono cambiate molte cose. Però la domandare sta proprio quella: perché i nuovi, a parte Dovbyk, non giocano? È una cosa da Cinecittà…".
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