Vaciago accusa ancora Allegri: "Mi ha strattonato più volte, ci sono i testimoni"

Dopo la replica dell'allenatore della Juventus, il direttore di TuttoSport torna su quanto accaduto al termine della finale di Coppa Italia
calcio italiano17/05/2024 • 11:47
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Lo scontro continua. Dopo i fatti avvenuti nel post-partita di Atalanta-Juventus, le accuse di Vaciago e la replica di Allegri (tramite il suo legale), il direttore di TuttoSport ha ribattuto nuovamente all'allenatore bianconero con un articolo pubblicato sul sito del quotidiano torinese. E, nel frattempo, la Procura della Federcalcio ha deciso di aprire un procedimento per le presunte minacce subite dal giornalista. 

Vaciago: "La scena si è volta sotto gli occhi di più testimoni"

Questo un ampio estratto del pezzo di Vaciago: "L'avvocato Paolo Rodella mi accusa di aver dato una ricostruzione «falsa» dei fatti accaduti nello Stadio Olimpico fra il suo assistito Massimiliano Allegri e me. Tutto ciò è forse ancora più grave dell'accaduto che, per quanto mi riguarda, faceva già parte del passato e sul quale sono costretto a tornare. La scena si è svolta sotto gli occhi di parecchi testimoni, fra cui il dirigente responsabile Broadcast della Lega Serie A, Manuele Tigani, che più di ogni altro si è prodigato per fermare Allegri; Gabriella Ravizzotti dell'Ufficio Stampa Juventus; almeno due steward dell'Olimpico; un rappresentante delle forze dell'Ordine e tre giornalisti".

"Mi ha preso con forza il polso destro, strattonandolo più volte "

"Ribadisco, quindi, che non si è trattato di un alterco, ma di un monologo di Massimiliano Allegri che mi ha chiamato mentre ero a circa venti metri di distanza da lui, facendo una telefonata privata e senza dedicargli alcuna attenzione. Si è, quindi, rivolto a me con la frase: «Metti giù il telefono, direttore di merda». Ha proseguito con tutte le frasi riportate nella mia ricostruzione, compresa la minaccia di venirmi «a prendere» e di «staccarmi le orecchie». Mi ha preso con forza il polso destro, strattonandolo più volte mentre parlava, lui sì, a voce molto alta. Io non l'ho mai insultato e non ho mai alzato la voce, come potranno confermare i testimoni. Ho semplicemente detto con tono di voce normalissimo: «Stai calmo Max» e per due volte: «Stai attento, che quello che dici è grave»".

 

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