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WHO LETS A DOGSO OUT?

L'editoriale del direttore di Chiamarsi Bomber sull'ottava giornata di Serie A condizionata dagli errori arbitrali.
calcio italiano21/10/2024 • 09:16
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Halloween si avvicina ma gli arbitri italiani hanno deciso di anticiparlo con un weekend orrorifico. Non entrerò nel dettaglio delle partite ma rimarrò vago in modo che nessun tifoso si senta toccato direttamente, perché il problema riguarda tutti e a ruota colpisce ogni squadra. 

 

Che la Serie A stia vivendo il Medioevo della classe arbitrale è ormai chiaro a tutti, ma mai ci saremmo aspettati che il VAR, nato con la nobile intenzione di limitare l'errore umano, sarebbe diventato di colpo del tutto superfluo e a volte controproducente. Basti vedere OPEN VAR, la trasmissione che va in onda su Dazn dove il designatore Rocchi commenta le situazioni dubbie quasi sempre allo stesso modo: "L'azione non è chiara e quindi in sala VAR hanno deciso di non decidere e hanno lasciato fare all'arbitro" (per parafrasare). Il VAR costa alla Serie A quasi 1 milione di euro all'anno, se non serve perché continuare a spendere tutti quei soldi? 

 

Altresì il weekend calcistico è stato contraddistinto dal DOGSO (ei fu la chiara azione da gol) in cui sostanzialmente ogni arbitro ha deciso come gli pareva (a "ca*** de cane" direbbe il grande René Ferretti), evidenziando una difformità di giudizio, oltre che una forte confusione. Rocchi a inizio stagione aveva preannunciato che quest'anno gli arbitri avrebbero avuto maggiore potere decisionale, pensando di ridurre le polemiche e strizzando l'occhio ai puristi del calcio che sono sempre stati contrari all'uso della tecnologia in campo. La verità è che il problema non è mai stato il VAR, ma chi lo usa male, interpretando il regolamento a proprio piacimento.

 

Forse cambiare ogni anno le regole (vedi il tocco di mano e la chiara azione da gol) non ha aiutato. Puntare per anni a occhi chiusi sul VAR, salvo poi quest'anno fare un'inversione a U col freno a mano tirato in stile Fast&Furious, decidendo di usare la tecnologia giusto per supportare, sempre e comunque, la decisione dell'arbitro, ha un po' spiazzato calciatori, tifosi e gli stessi arbitri.

 

Allora che si decida cosa fare con questo benedetto VAR, se è inutile che lo si tolga. Se invece si decide di tenerlo, che lo si utilizzi per bene e con costanza, non a intermittenza a seconda di chi c'è davanti al monitor. Questo utilizzo ibrido abbina all'errore umano quello tecnologico. Inoltre il regolamento evidentemente non è chiaro, o comunque presenta delle zone d'ombra e semplificarlo potrebbe aiutare tutti. Le alte sfere del calcio italiano dovrebbero scervellarsi su questo e non sul colore della cravatta da indossare in tv.

Fabrizio Piepoli
Tags :SERIE A

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