Ricordate Mario Jardel? Attaccante brasiliano con grande fiuto del gol, che dopo aver vinto per due volte la Scarpa d’Oro tra il 1999 e il 2002 con la maglia del Porto prima e dello Sporting Lisbona poi, decise a 31 anni di vivere un’esperienza in Serie A. Lo fece accettando la proposta dell’Ancona dalla rosa extralarge (43 giocatori impiegati in una sola stagione) e senza lasciare il segno: 3 presenze, nessuna rete da gennaio a giugno 2004 e retrocessione diretta in B con i dorici, capaci di totalizzare appena 13 punti in 34 giornate e cambiare tre allenatori passando da Leonardo Menichini, Nedo Sonetti e Giovanni Galeone. Bene, nonostante sei mesi da impalpabile, l’Italia a Jardel – che qualche tifoso dell’Ancona all’epoca soprannominò “Lardel” per qualche chilo di troppo, con tanto di striscione a tema dedicato – è rimasta nel cuore. Tanto che ora l’ha suggerita a suo figlio: Mario jr, attaccante anche lui.
Mario jr., da Ancona ad Arzachena
Quando papà Mario arrivo sul Conero, convivendo per 5 mesi con critiche e una squadra che correva dritta verso la retrocessione, Mario jr aveva appena sette anni e mezzo. Studiava suo padre, l’unico calciatore della storia ad essersi laureato capocannoniere sia in Copa Libertadores nel 1995 con il Gremio, che in Champions League nel 1999-2000 con il Porto, e sognava di fare l’attaccante. Dopo aver girovagato nelle serie minori portoghesi e spagnole, ora per il 23enne è arrivata la chiamata italiana. Niente Serie A, ma tanto apprendistato: Serie D, Arzachena, Costa Smeralda, squadra quindicesima nel girone G. Dopo l’arrivo a Sassari, sponda Torres, di Matteo Lucarelli, difensore classe 2001 figlio di Alessandro, ex capitano del Parma ,e nipote del bomber Cristiano, oggi allenatore del Catania, ecco un altro figlio d’arte in Sardegna. Mario junior ha già debuttato nella gara contro il Tor Sapienza, pareggiata per 1-1, ma ora attende il suo primo gol.
Papà Mario e la curva sbagliata
Nonostante la vittoria mancata, la “prima” in Italia di Mario junior resta comunque ben più positiva del debutto di papà Mario in Serie A. Arrivato in Italia dopo la delusione per la mancata convocazione ai Mondiali 2002 con il Brasile, un periodo complicato a livello emotivo e il passaggio inglese al Bolton, Jardel partì con il piede sbagliato e proseguì anche peggio. 18 gennaio 2004, allo stadio “Del Conero” arriva il Perugia. Stessi colori sociali dell’Ancona, bianco e rosso, e prima della gara il brasiliano va a salutare i suoi tifosi: peccato che scelga la curva sbagliata e si rivolga a quelli umbri. Nel turno seguente, Jardel debuttò a San Siro col Milan: catastrofe, 5-0 per i rossoneri. Malissimo Jardel e Nedo Sonetti esonerato con arrivo di Galeone. Seguirono una partita giocata contro la Roma e una sostituzione al 36′ contro l’Udinese. Mario junior è arrivato in Italia con il mito di papà, passato dopo Ancona per Cipro, Bulgaria e Australia. Accetti però un consiglio: preservi il suo eroe personale, magari vedendo le oltre 450 reti segnate in 11 nazioni diverse o la vittoria del Mondiale Under-20 del 1993 con la nazionale brasiliana. Non guardi però le cassette della stagione 2003/2004. Non sarebbero un buon esempio.