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Buffon non rovinare tutto

calcio12/04/2018 • 16:44
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Fare l’arbitro è una cosa difficile, caro Gigi. Come fare il portiere. Come quando pari un rigore al 90′ e neghi all’avversario la gioia di una vittoria tu sei senza cuore, così a noi hanno insegnato a non curarci dell’età di un campione, delle sue vittorie, delle sue sconfitte, del minuto di gioco e di quello che è accaduto nelle partite precedenti. Fare l’arbitro non significa gestire, significa arbitrare.
Ogni secondo, ogni fischio, fa storia a sé. Dobbiamo solo curarci di prendere la decisione migliore. Se iniziamo a pensare a chi abbiamo di fronte, a ragionare, a confrontare la partita con quello che è successo mesi prima, siamo fottuti. Fare l’arbitro, caro Gigi, significa anche dimenticare il cuore a casa, è vero. Ho visto ragazzi piangere per una sconfitta a causa di una mia decisione, in Eccellenza come negli Allievi, ma se avessi ragionato con il cuore avrei fatto un torto agli avversari.
Io capisco la tua reazione. Sarebbe stata la mia al tuo posto, sarebbe stata la rabbia di qualsiasi quarantenne che vede sfumare il sogno di una vita a un minuto dal traguardo.
Umanamente posso comprenderla, ma è quello che avrei detto io al bar. È quello che dice l’utente medio di Facebook. Non tu. Sei il capitano della Juve, sei il capitano della Nazionale. Non mi aspetto che Gigi Buffon non sappia che l’arbitro può essere sensibile ovunque – con suo figlio, con la sua ragazza, davanti a Forrest Gump -, dove gli pare, tranne che in campo.
Caro Gigi, sei stato leggenda, sei leggenda e ti ricorderemo sempre come uno dei portieri più forti della storia.
Dio solo lo sa quanto te la meritavi quella coppa.
Quanto te lo meritavi quel sogno.
Ma s
e ieri l’arbitro avesse pensato a te, alla tua età e alla tua straordinaria carriera, in quell’istante avrebbe penalizzato una squadra che stava cercando il gol della qualificazione. E non è compito di un arbitro stabilire se questa qualificazione fosse meritata o meno. Il compito dell’arbitro è sanzionare i falli. Al primo come al novantatreesimo minuto.

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Cristiano Carriero

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