Cristiano Ronaldo, come è noto, è una delle figure più leggendarie della storia del calcio, capace di vincere 5 palloni d’oro, 5 Champions League, 2 Supercoppe Europee, 4 Mondiali per club e un campionato Europeo. Il tutto con le maglie di Manchester United, Real Madrid e nazionale. Nel mezzo una sfilza di titoli nazionali, l’ultimo dei quali conquistato con la Juventus nel 2020. Un talento, quello del portoghese ora in forza all’Al-Nassr, che lo ha reso grande dentro e fuori dal campo. Di seguito 10 curiosità su Cristiano Ronaldo.
Il battesimo di Cristiano Ronaldo
Nel giorno del suo battesimo il padre e il suo padrino arrivarono tardi in Chiesa perché stavano giocando a calcio, segno di quanto la famiglia avesse il pallone nel sangue.
Il primo soprannome
Il suo primo soprannome da bambino fu “piagnucolone” perché piangeva a dirotto quando perdeva una partita. L’allenatore della sua prima squadra, l’Andorinha, gli chiese di non presentarsi alla partita contro il Maritimo perché avrebbero sicuramente preso una goleada e non poteva sopportare di sentirlo piangere.
Cr7 e Frantau, verità o leggenda?
Da anni circola questa storia: ai tempi del Nacional de Madeira Cristiano era la stella della squadra insieme ad Albert Fantrau. Un giorno un osservatore dello Sporting Lisbona disse loro che avrebbe preso uno dei due, chi avesse fatto più gol in partita. Prima segnò Cristiano, poi Albert, il terzo gol l’avrebbe dovuto segnare Fantrau dopo aver scartato il portiere, ma anziché tirare a porta vuota, preferì passarla a CR7. “Sei più forte di me”, fu la motivazione di Albert che poco dopo smise di giocare a calcio.
Cristiano non ha mai dimenticato questo gesto e tutt’oggi paga vitto e alloggio al suo amico d’infanzia. È bene, però, precisare che l’ex Real Madrid non ha mai confermato (né smentito) questa storia e quindi, nonostante sia stata riportata da più testate, resta ancora oggi il dubbio se si tratti di verità o di una leggenda metropolitana.
Molli? Ma che molli
I primi tempi a Lisbona non furono semplici. Piangeva tutti i giorni e chiamava ogni sera la madre da una cabina telefonica per convincerla a riportarlo a casa. “No, Cristiano, tu devi diventare un calciatore”, rispondeva la donna che in realtà voleva tenerlo lontano dal padre alcolista.
Il McDonald’s
Spesso non aveva i soldi per cenare, quindi si appostava davanti ad un McDonald’s e aspettava che il locale fosse vuoto perché sapeva che le cameriere gli avrebbero regalato un hamburger. A distanza di anni CR7 non ha dimenticato quelle donne e, ai tempi della Juventus, ha lanciato un appello per rintracciarle: “Vorrei invitarle a venire a casa mia a Torino o a Lisbona, per cenare insieme. Voglio trovare quelle ragazze. Voglio ripagarle per quel periodo, che ho molto apprezzato: non ho mai dimenticato quei momenti“.
La pronuncia e lo sfogo in classe
Il suo primo giorno di scuola a Lisbona, durante la presentazione davanti alla classe, l’insegnante scoppiò a ridere per la sua strana pronuncia. Cristiano si arrabbiò talmente tanto che minacciò di gettargli la sedia addosso. L’ex Juve ci ha messo anni per perdere quella strana cadenza tipica degli abitanti di Madeira (un po’ come il sardo in Italia).
Il bullismo e l’aneddoto sulla Ferrari
Veniva spesso bullizzato dai suoi compagni perché povero, pertanto spesso finiva per fare a botte con qualcuno e di conseguenza veniva messo in punizione dallo Sporting. Una volta fu costretto a portare fuori la spazzatura su un carrello e un compagno sfottendolo gli disse “ecco Cristiano che va in giro con la sua Ferrari“. Lui rispose: “Ridi pure ma un giorno avrò davvero una Ferrari”. Un messaggio mai così profetico.
La promessa del fratello
In età adolescenziale scoprì che il fratello Hugo si drogava e con quei pochi soldi che percepiva gli pagò una cura per disintossicarsi. Dopo la vittoria della finale di Champions League del 2014 fu la prima persone che corse ad abbracciare. CR7 gli aveva fatto promettere che se avesse vinto la coppa dei Campioni, lui avrebbe smesso di farsi.
La replica a Paulo Bento
Appena 17enne venne chiamato dalla prima squadra dello Sporting per allenarsi con i grandi. Cristiano voleva mettersi in mostra a tutti i costi e la foga lo portava spesso a commettere dei falli evitabili. Paulo Bento, veterano della squadra, gli disse “Vedi di calmarti ragazzino”. Lui rispose irritato: “Quando sarò il più forte del mondo non mi parlerai più in questo modo”.
La morte del padre
Il giorno della morte del padre, nel 2005, il Portogallo giocava contro la Russia per le qualificazioni ai Mondiali dell’anno seguente. Cristiano chiese all’allora ct Felipe Scolari di schierarlo comunque titolare. Era il suo modo per superare il lutto. Quella partita finì 0 a 0, mai visto un Ronaldo così spento.