Diego Costa nei guai. Il fisco spagnolo ha infatti chiesto sei mesi di carcere e mezzo milione di euro di multa per il giocatore. Dopo i casi di Cristiano Ronaldo e Lionel Messi, il fisco spagnolo prende di mira un altra stella del calcio: Diego Costa. L’attaccante dell’Atletico Madrid dovrà presentarsi davanti alla corte il prossimo giovedì, 4 giugno, per rispondere del mancato versamento dell’imposta sul reddito delle persone fisiche ( IRPF) del 2014. Una controversia balzata alle cronache lo scorso anno, quando l’Agenzia delle Entrate della Spagna ha accusato il giocatore di aver evaso le tasse derivanti da diritti di immagine. Il trentunenne, in particolare, avrebbe nascosto delle entrate derivanti da un contratto di sponsorizzazione con Adidas del valore di 800 mila euro, firmato poco prima del suo trasferimento al Chelsea.
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Diego Costa, chiesti sei mesi di carcere e mezzo milione di euro di multa
Secondo l’ente di amministrazione finanziaria, il Colchonero avrebbe dovuto dichiarare l’intero valore del contratto in Spagna. Costa infatti, dopo aver sottoscritto l’accordo, avrebbe mantenuto la residenza a Madrid, e quindi spagnola, per i sei mesi successivi. Una teoria che la difesa dell’attaccante ha sempre respinto. Il calciatore dell’Atletico, infatti, ha sempre sostenuto di aver effettuato il cambio di residenza nell’estate del 2014 e quindi, non era obbligato a dichiarare la totalità del contratto nel paese iberico. L’accusa però chiede sei mesi di carcere e una multa di circa mezzo milione di euro. Tuttavia, come avvenuto già per altri calciatori accusati di evasione fiscale, è improbabile che l’attaccante dell’Atletico Madrid finisca dietro le sbarre.
Diego Costa inoltre, come riporta Mundo Deportivo, non ha utilizzato società di comodo in paradisi fiscali per coprire queste sponsorizzazioni. I soldi sono stati versati direttamente nel suo conto bancario spagnolo. Il fisco riconosce quindi che non vi è stato alcun tentativo di frode. Il prossimo giovedì il giocatore dovrà comunque presentarsi davanti al giudice per risolvere il contenzioso.